No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20150529

To the Gates!

Vikings - di Michael Hirst - Stagione 3 (10 episodi; History Channel) - 2015

Ragnar, ormai re, racconta al figlio Bjorn che in realtà lui non ha mai voluto essere re. Avrebbe solo voluto esplorare, scoprire, e fare il contadino su terre fertili. Anche per questo, Ragnar vuole tornare nel Wessex, per reclamare le terre che re Ecbert ha promesso ai suoi vichinghi. Floki, inquieto come sempre, sente che la sua nuova famiglia con Helga è troppo felice. Rollo vuole allontanarsi da Siggy; Thorunn, con sommo dispiacere di Bjorn, convinto che lei sia incinta di suo figlio, vuole diventare una shield maiden come Lagertha. Lagertha annuncia che vuole seguire Ragnar nelle razzie inglesi, quindi Kalf si offre di prendersi cura del suo regno Hedeby.
Quando i vichinghi arrivano nel Wessex, re Ecbert propone loro, per avere le loro terre, di combattere per conto della principessa Kwenthrith. Lagertha è convinta, in modo da assicurarsi le terre, e re Ecbert, attratto da lei, le offre la guida dei coloni vichinghi nel Wessex. I vichinghi, guidati da Ragnar, hanno gioco facile e sconfiggono lo zio di Kwenthrith, regalandole il controllo della Mercia.

Proseguono senza sosta le peripezie di Ragnar, in questa serie che alterna ingenuità, onore, battaglie sanguinose e riflessioni religiose. Prosegue la confusione linguistica, che in questa stagione raggiunge livelli quasi ridicoli quando i vichinghi, guidati da un Ragnar sempre più visionario, assediano Parigi: i francesi, ovviamente, parlano tra di loro in inglese, ma quando si confrontano con i vichinghi parlano francese antico. Nonostante questa babele inconcepibile, il fascino di Travis Fimmel (Ragnar Lothbrok) rimane immutabile, come vi ho ripetuto più volte, soprattutto quando il suo volto si copre di sangue nemico in viso. In questa stagione il vichingo/australiano si rasa a zero il cranio e lo ricopre di tatuaggi: irresistibile.
Abbastanza superflui i webisodes intitolati Athelstan's Journal, composti quasi tutti di materiale già edito.
La quarta stagione nel 2016.

20150527

Alexandria

The Walking Dead - di Frank Darabont - Stagione 5 (16 episodi; AMC) - 2014/2015

E' la resa dei conti a Terminus. Rick e i suoi si preparano ad attaccare appena apriranno il container che li tiene prigionieri, con armi di fortuna ma con la convinzione di essere nel giusto, mentre Gareth, dalla parte opposta, riflette su come sono arrivati ad essere quello che sono adesso. La situazione non sembra mettersi bene per Rick e gli altri: incatenati in una stanza per la macellazione degli animali, ci si rende conto che a Terminus il cannibalismo è divenuto la norma, chissà da quanto tempo. Ma, mentre i macellai di Terminus stanno per uccidere e macellare Glenn, si cominciano a sentire degli spari e poi un'esplosione. Eccola, la vera resa dei conti.

Ormai mi sono arreso. Da bravo spettatore, continuerò a seguire The Walking Dead fino alla fine, che si preannuncia lontanissima tra l'altro: non solo la serie è stata ovviamente rinnovata per la sesta stagione, gli ascolti reggono alla grande, e gli autori hanno dichiarato di avere materiale almeno per 12 stagioni. Non solo: tra poco, in estate, partirà una companion series (una definizione alternativa a quella di spin-off) dal titolo Fear the Walking Dead. Non ne usciremo vivi, così come dagli anni '80.
Continuerò a seguirla così come si prende una medicina: malvolentieri, ma sapendo che si deve. Anche questa stagione, soprattutto la seconda parte, l'ho lasciata in hold per qualche settimana, e poi l'ho terminata. Come al solito, alti e bassi, a volte solito schema, 40 minuti di fuffa e 2 minuti di massacri, e però c'è da dire che questa stagione ci ha portato da Terminus ad Alexandria, con una notevole "evoluzione" del gruppo ormai completamente comandato da Rick Grimes, ormai assurto ad un ruolo di semi-supereroe (o semi-dio, se volete il misticismo blasfemo), in una sorta di delirio nazional-socialista, dove si ammette tra le righe, che l'uomo, quando torna allo stato "brado", abbisogna di un leader e non di una democrazia. Conquer, l'episodio conclusivo (5x16) di questa stagione, ne è l'esempio e la summa.
Anche se se la gioca, almeno a livello di perdite, con Coda (5x08), Spend (5x14) è stato l'episodio migliore, per me che preferisco il gore (ci sono state critiche sulla "unnecessary gore involved": ma che, scherziamo?). L'arrivo ad Alexandria, tra alcuni volti nuovi nel cast, ci porta quello di Alexandra Breckenridge nei panni di Jessie Anderson (sicuramente futura fiamma di Rick Grimes: si sa già che sarà regular nella stagione 6), irriconoscibile rispetto alle sue apparizioni nei panni della sexy housemaid, la giovane Moira in American Horror Story; Murder House (stagione 1).
Avanti Rick. Un altro mondo è possibile.

20150526

Perù - Febbraio 2015 (26)

Le tre presenze femminili che vedete (quasi) in primo piano, anche se di spalle, sono state la compagnia del mio viaggio in treno per Aguas Calientes. Ve ne parlerò.

20150525

Ostaggi

Bnei aruba (בני ערובה) - di Rotem Shamir e Omri Givon - Stagione 1 (10 episodi; Channel 10) - 2013

Gerusalemme, Israele, oggi. La dottoressa Yael Danon è una dei chirurghi migliori del paese, l'eccellenza del suo ospedale. E' sposata felicemente, ha due figli, la figlia maggiore Noa ha circa 18 anni, il maschio, Assaf, è un adolescente che studia nella scuola dove suo padre Eyal è preside. Naturalmente, non tutto è come appare dalla superficie. Noa ha appena scoperto di essere incinta del suo fidanzato, e non sa come dirlo alla madre; Assaf sta rubando i risultati degli esami per passarli ad una ragazzina che gli piace da morire, ed Eyal è indebitato con un poco di buono. Ognuno ha il suo segreto.  Yael, il giorno in cui Noa decide di dire che è incinta alla madre, viene scelta per operare il Primo Ministro israeliano, scatenando anche qualche gelosia nei colleghi anziani. E' un'operazione di routine, ma insomma, è il Primo Ministro, ogni cosa deve essere controllata e sicura, e la cosa comporta una responsabilità non da poco. Strani movimenti cominciano ad esserci attorno alla casa della famiglia Danon. E infatti, quando Yael rientra a casa la sera, e la famiglia è finalmente riunita, un commando formato da quattro elementi con passamontagna, li prende in ostaggio. Che cosa vogliono? Vogliono che Yael uccida il Primo Ministro, durante l'operazione. Deve "infettare" il bisturi con un liquido che causerà la morte del politico, in modo che non possa venire incolpata la dottoressa. Lei sarà lasciata libera di agire, ma i figli ed il marito verranno tenuti in ostaggio in casa propria.

Non c'è niente da fare: anche in Israele sanno fare serie tv. Giusto per rinfrescarvi la memoria, In Treatment e Homeland sono remake di serie tv israeliane. Ho citato due serie i cui remake statunitensi sono stati dei successi, parleremo in un'altra occasione del remake statunitense di Bnei aruba (intitolato con la traduzione letterale, Hostages). Strana traiettoria, tra l'altro, quella di Bnei aruba. Prima ancora di trovare una distribuzione israeliana, poi trovata in Channel 10, la statunitense CBS ne ha acquisito i diritti e, a tempo di record, ha mandato in onda la sua versione, appunto Hostages, dal 23 settembre 2013, mentre Bnei aruba ha dovuto attendere fino all'ottobre del 2013 per andare in onda in patria. In Inghilterra, BBC4 ha semplicemente acquistato il prodotto, mandandolo in onda dal febbraio 2015 sottotitolato. La serie è stata acquistata anche dalla francese Canal +.
Ma, vi chiederete, com'è Bnei aruba, segnalatami da un'amica che segue il blog (e che tra l'altro in più di un'occasione mi ha "sgridato" perché non parlavo più di cinema, ma solo di serie tv)? E' buona, molto buona. Non ha quella patinatura delle serie statunitensi, ma è sostenuta da una sceneggiatura intelligente e serrata (con qualche flessione nella parte centrale, e qualche ingenuità qua e là, tutto sommato perdonabili), ed è interpretata da una rosa di attori interessanti e capaci, perfino nei ruoli destinati ai giovani. Tanto per dirne una, la differenza tra quanto risulti convincente Yoav Rothman (Assaf), rispetto a Mateus Ward (Jake Sanders nella versione statunitense), è il perfetto indicatore di quale delle due versioni vale la pena di seguire.
I due protagonisti, contrapposti ma fino ad un certo punto, sono due attori veramente dotati. Jonah Lotan, che interpreta Adam Rubin, l'ideatore del piano e capo del commando, è un buonissimo attore, che ha alle spalle diversi film israeliani e molte apparizioni in produzioni statunitensi, anche televisive (Homeland, CSI: NY, Generation Kill, 24, e addirittura un'apparizione in La tigre e la neve di Benigni), e riesce a dare al personaggio una giusta sfumatura da duro con una storia alle spalle.
Ayelet Zurer, nei panni di Yael Danon [Daredevil la serie, Awake la serie, Man of Steel, Munich (era Daphna, la moglie del protagonista Avner), BeTipul (l'originale da cui è stato tratto In Treatment)], è una delle attrici più acclamate in Israele, e devo riconoscere a ragione, perché è davvero la punta di diamante di questa serie televisiva.
Solo qualche ultima riga, dettata dalla mia prurigine, per dirvi che Dar Zuzovsky (Noa), giovanissima attrice e modella israeliana, è qualcosa più che bellissima.
Trovate qualche episodio di Bnei aruba sottotitolato su youtube, oppure sottotitolato in francese su amazon, col titolo internazionale di Hostages.