No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20151118

Allons Enfants

Cominciamo col dire che la retorica del tipo Je suis Charlie o siamo tutti francesi ha rotto il cazzo. Un po' come mettere una roba per me sacra come La Marseillaise prima delle nostre partite di calcio di sabato 14 novembre. I monumenti o le strutture illuminate di biancorossoblu invece secondo me sono belle.

Epperò. Quel che è accaduto a Parigi il 13 novembre 2015, visto che nonostante si sia trattato di diversi eventi tragici, ma palesemente orchestrati per accadere quasi contemporaneamente, è un fatto decisamente grave, un (lo dico, sapendo di risultare praticamente conservatore) attacco allo stile di vita occidentale, alla libertà di espressione e anche alla libertà di farsi i cazzi propri e a non rinunciare a godere dei piaceri della vita: ristoranti, eventi musicali, eventi sportivi.

Comincerò col dire che leggendo ed ascoltando i resoconti dell'accaduto, aver letto Sottomissione di Houellebecq qualche mese fa mi ha generato una sorta di dejà vu. Le strade di Parigi deserte, gli incidenti, gli incendi, le sparatorie. Ma il proseguimento è decisamente diverso, in quel caso (quello del libro), gli eventi prendono una piega del tutto differente. Userò questo spunto per argomentare il mio ragionamento.

Più che in televisione, ho ascoltato i resoconti via radio, essendo stato sostanzialmente in viaggio per il giorno degli eventi e quello seguente. E, ad un certo punto, ho ascoltato un parere che mi ha trovato del tutto concorde: una persona diceva che questi assassini, compresi i kamikaze, avevano sicuramente vissuto una vita complicata, di sicuro non tutto sommato agiata come le nostre. Tutto questo è quel terreno fertile per le ideologie estreme, e quindi, il nostro impegno, la nostra guerra, deve essere quella rivolta all'accoglienza totale: (qui ci metto del mio) non possono esistere, nei paesi che si suppongono essere civilizzati, persone che sono costrette a dormire in strada, a rovistare nei cassonetti dell'immondizia per mangiare (a meno che non sia una loro libera scelta). 
Faccio parte di quegli ottusi che sono convinti che a chiunque basti assaggiare la libertà come la conosciamo noi, per convincersi che non c'è nessun valore aggiunto, non si raggiunge nessun Eden pieno di vergini e con fiumi di latte e miele che scorrono, a far del male a persone che non credono nel tuo stesso dio (altra cosa discutibile, ma lasciam perdere). 
Non ho detto che è la maniera giusta di vivere la vita: a me personalmente piace, ma se vedo altri vivere in un altro modo non chiedo loro di cambiare.

Sui fatti materiali, mi sento di aggiungere questo: ancora non mi capacito come i cosiddetti servizi di intelligence non riescano ad arginare questi eventi. Ci scovano qualunque cosa facciamo, che ci facciamo una canna, che ci facciamo sodomizzare in un cespuglio da una drag queen, che molestiamo una cameriera all'Hilton, ci tolgono gli accendini all'ingresso delle manifestazioni sportive, e questi se ne vanno in giro a fare stragi. Vogliamo fare il nostro lavoro oppure no? Dite che guardo troppo Homeland?

Per ora mi fermo. Non escludo di tornarci in futuro.

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