No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20141013

Uber Ray

Ray Donovan - di Ann Biderman - Stagione 2 (12 episodi; Showtime) - 2014

Mickey è in Messico, e Ray spera in un po' di "pace", se con le sue amicizie ed il suo lavoro di pace si può parlare. E invece, manco per niente. In città c'è un nuovo capo dell'FBI, Ed Cochran, un furbetto di lungo corso non senza scheletri nell'armadio, ma capace di ampie sgomitate per arrivare in cima. Ed è proprio lui che obbliga Ray ad andare a riprendere Mickey in Messico, per fare chiarezza sulla morte di Sully, e per poter sfruttare la situazione a pro suo. Ma se bastassero questi problemi.

Abby è preoccupatissima per il loro matrimonio, si ostina a "normalizzare" Ray, a farlo parlare dei suoi traumi, e lo obbliga ad andare in terapia di coppia con lei. Lui, cerca di risolvere la cosa a modo suo, comprandole una casa al di fuori della loro portata.
Bunchy, a suo modo, è centrato sul suo recupero dal trauma, ed oltre a frequentare gli incontri del suo gruppo di supporto, trova un lavoro che gli piace.
Terry, invece, continua ad essere ossessionato da Frances, che al contrario ormai ha paura della famiglia Donovan. Mentre Conor e Bridget continuano a crescere e ad infilarsi in un guaio dopo l'altro...

Ogni volta che penso, o guardo un episodio di Ray Donovan mi viene in mente il film Get Shorty e quel meraviglioso momento in cui Danny Farina si infila in un taxi, se non ricordo male col naso fratturato da un pugno, e intima all'autista "(to the) fuckin' airport!". Non so perché, non so se c'entri qualcosa, ma in qualche maniera la scrittura e la struttura di questa serie mi ricorda quei bei film di gangster fuori di testa, dove vedevi un sacco di violenza e un sacco di maschilismo ma alla fine, non ti sentivi in colpa. Un po' anche perché so che la serie è stata ideata da una donna, che è pure la showrunner, Ann Biderman. Qualche giorno fa leggevo su un articolo di El País dove si analizzava la diceria che le serie tv sono la nuova letteratura, che Liev Schreiber - il protagonista di Ray Donovan - dice della Biderman "Ann prima di tutto è una scrittrice", e il giornalista puntualizzava che "Ray Donovan è una serie che si distingue per l'uso intelligente delle parole; paradossale, se pensate a quante parolacce usano i protagonisti nei dialoghi. Ma sono proprio i dialoghi, insieme alle prove attoriali e al plot, a fare di questa serie un bel passatempo, come ebbi modo di dire già in occasione della prima stagione. Difficile da spiegare, è meglio che ve la vediate e facciamo prima.
New entry nel cast di questa stagione l'ottimo Hank Azaria (Ed Cochran), l'indimenticata Sherilynn Fenn (la moglie di Cochran), un sempre magnifico Wendell Pierce (Ronald Keith, l'agente che sorveglia Mickey) e la (per me) sorella illegittima di Hilary Swank, Vinessa Shaw (Kate McPherson, la cronista di Boston che indaga sulla morte di Sully).
Per gli appassionati, non si arriva alle vette toccate da Sutter nel suo Sons of Anarchy, ma nell'episodio 2x03 Gem and Loan c'è l'attrice porno statunitense Tori Black che interpreta un'attrice porno (Lexi Steele, anche qui gli esperti si faranno un risolino).

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