No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20140502

amore caustico

Caustic Love - Paolo Nutini (2014)

E' tornato. E stupisce di nuovo. Se non ci credete, non dovete far altro che ascoltare Caustic Love, che sembra uno di quei dischi della Motown che probabillmente Donald Sterling ama ma anche no, perché, in fondo, cantate da neri. Il fatto è che Paolo Nutini da Paisley, Scozia, da famiglia di chiare origini italiane, è proprio bianco. E non è tutto: se vi ricordate l'album precedente, quella meraviglia che fu Sunny Side Up (ormai 5 anni fa, ed in fondo, è tutto dire), l'impressione era molto folk oriented, mentre stavolta il retrogusto soul prende decisamente il sopravvento, e questo si capisce perfino da divertissement quali gli interludes Superfly ma soprattutto dalla spassosa Bus Talk, o addirittura dal fatto che ci sia un featuring a cura di Janelle Monáe. La cosa sorprendente, almeno per me, è quanto sia disinvolto e a suo agio Nutini, e al tempo stesso il fatto che, anche qui pare a me, ma magari vivo fuori dalla realtà, che lo stesso Nutini stia "soffrendo" dell'ostracismo di una certa critica alternativa, che lo snobba perché belloccio (il concetto che abbiamo più volte espresso, a livello italiano, dei Malfunk). Quello che fa ridere è che lo scozzese vende dischi a camionate, riempie i suoi concerti, ed arriva al terzo disco con tutta la calma del mondo, apparentemente fregandosene di tutto, ma, alla fine, facendoci godere le orecchie. Se ancora non ci credete, perché magari il singolo Scream (Funk My Life Up) vi sembra troppo pop (sarà, ma io lo trovo abbastanza geniale), o pezzi come Numpty vi sembrano poco impegnati, provate a non farvi toccare da Better Man, o a non emozionarvi con il capolavoro Iron Sky (con lo speech di Chaplin da Il grande dittatore incluso).
A me, in alcuni passaggi, mi sono venuti a mente, tanto per rimanere nel facile, i migliori Neffa e Ben Harper, ma c'è gente che ha scomodato nomi quali Percy Sledge, Curtis Mayfield, Rod Stewart e addirittura Joe Cocker, sicuramente in una versione più originale di quella di Zucchero.
Once again, bel lavoro Paolo!

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