No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20140407

all'inizio del tacco

Con questo breve viaggio al Sud Italia, si conclude, per il momento, questo tour de force che riguardava alcune nuove competenze del mio lavoro e del mio ufficio. L'ultimo mercoledì del mese di marzo, io ed altri tre miei colleghi siamo andati niente popo' di meno che a Manfredonia, provincia di Lecce, in Puglia. Siamo stati in ufficio fino all'ora di pranzo, poi siamo partiti alla volta dell'aeroporto di Pisa, mollato l'auto al solito parcheggio, pranzato in aeroporto, imbarcati, partiti con il volo Ryanair per Bari. Una parentesi: può darsi che sia successo davvero, ma al momento in cui ci siamo messi in fila per l'imbarco, lo stanzone era pieno di persone in fila, per cui non abbiamo potuto usufruire del nostro imbarco prioritario. Ho protestato, secondo me neppure troppo malamente, con l'addetta all'imbarco, che mi ha risposto che eravamo arrivati tardi, sostenendo che, avendo l'imbarco prioritario, dovevamo presentarci qualche minuto prima. Mi spiace, ma non la bevo, e continuo a sostenere che l'aeroporto di Pisa dovrebbe decidere di "rubare" una decina di metri alle piste di parcheggio, ed allungare/allargare le zone dei gates d'imbarco, perché la cosa sta diventando imbarazzante, quando si vuole creare due file. Dite che sono assolutamente snob? Certamente. Arrivati all'aeroporto di Bari, che sta subendo dei lavori di ampliamento, siamo andati all'ufficio AVIS per ritirare l'auto che avevamo prenotato (in realtà faccio tutto io, perché la cosa mi diverte molto; normalmente, la nostra società ha un'agenzia di viaggi di Livorno alla quale il dipendente si può appoggiare, ma così a naso, non è che brilli per organizzare ottimi viaggi di lavoro), stavolta una Peugeot 308 (naturalmente io non avevo la più pallida idea di come fosse quest'auto, ma devo dire che con questa storia dei noleggi sto conoscendo una serie di auto, e devo dire che conoscerle mi fa capire sempre meglio come mai la FIAT sia in crisi ultimamente), con, come optional, un navigatore gps, che, guarda caso, non ci è servito a niente perché l'hotel che avevamo prenotato, il gps non riusciva a trovarlo. Siamo partiti per un paio d'ore scarse d'auto, tornando verso nord. Arrivati finalmente all'hotel, una imponente struttura in mezzo ad una zona industriale praticamente abbandonata, altro segno della crisi (e pure della gestione sfacciata degli aiuti alle nuove imprese), ci siamo presi un'ora di relax e di abluzioni, pronti per la cena, che naturalmente ci è stata gentilmente offerta dalla società che ci fornisce i servizi in quel di Manfredonia, in un ristorante della città stessa. Si è mangiato bene, tutta roba di pesce, si è parlato di noi, cercando di conoscerci un poco, e di lavoro, ovviamente. La notte, per me, è stata tranquilla (credo di essermi addormentato dopo circa 60 secondi dopo aver toccato il letto e spento la luce), e il mattino seguente, dopo la colazione, siamo arrivati all'appuntamento alle 8. Ci hanno accompagnato dalla sede alla zona dove questa società possiede 3 enormi capannoni, uno dei quali adibito allo stoccaggio dei nostri prodotti, altri due dedicati ad altre attività. I capannoni sono esattamente davanti al porto industriale di Manfredonia, dotato di un molo di circa 2 km, attrezzato con una serie di nastri altrettanto lunghi, per il trasporto del grano, e, udite, mai entrato in funzione. Le due foto che ho fatto vi aiuteranno a capire di cosa stiamo parlando: pensate che, manca il contratto per l'energia elettrica che servirebbe al collaudo dei nastri. Una roba che può accadere solo in Italia. Nei dintorni non ci sono molte realtà industriali. E' difficile veramente capire come possano sopravvivere le circa 60mila persone che popolano Manfredonia, figuriamoci i dintorni.
La mattinata di lavoro è stata prolifica ed interessante, i nostri ospiti decisamente gentili ma hanno dimostrato pure di essere molto professionali, e verso le 12, dopo lunghi saluti, siamo saliti di nuovo in auto e ci siamo diretti verso l'aeroporto di Bari. Consegnato l'auto, abbiamo (di nuovo) pranzato in aeroporto, passato i controlli, e stavolta ci siamo messi in fila 15 minuti prima dell'apertura dell'imbarco. Volo tranquillo, qualcuno, me compreso, ha schiacciato un pisolino, siamo arrivati al paesello verso l'ora di cena. Mi vergogno un po' a dirlo, ma io la cena l'ho saltata, e sono rimasto in ufficio fino alle 23 circa, perché, credeteci o no, avevo da sbrigare altro lavoro. L'unica soddisfazione che ho avuto in quelle circa 4 ore, è stato il fatto di mettermi le infradito e rimboccarmi i pantaloni fino al ginocchio, in modo da far "respirare" i piedi che gridavano vendetta.
Insomma, i tempi duri per l'Italia devono ancora finire.

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