No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20140107

Yes We Can Can

Treme - di David Simon e Eric Overmyer - Stagione 4 (5 episodi; HBO) - 2013

Election day 2008. Anche a New Orleans, dove Janette sta aprendo un nuovo ristorante, ancora non sapendo (per superficialità propria nel leggere i contratti) che non potrà chiamarlo col suo cognome, perché quello "appartiene" a Tim, che continua ad usarlo per quello in cui aveva "installato" Janette in precedenza; dove Antoine si è dedicato anima e corpo all'insegnamento, facendo crescere in maniera spaventosa i ragazzi e, in maniera altrettanto stupefacente, crescendo egli stesso e diventando una figura paterna; dove Annie sta subendo pressioni dal manager Marvin, che vuole farle abbandonare la band, e farla trasferire a Nashville per registrare qualcosa di più commerciale; dove LaDonna e Larry si sono separati, e dove ovviamente lei si è messa con Chief Albert, il cui cancro sembra in remissione; dove Delmond, in procinto di diventare padre, continua a girare per casa, per assicurarsi che Albert stia effettivamente bene; dove Toni ha un nuovo caso, per gentile concessione di un Sonny ancora una volta alla deriva, Toni che finalmente ha deciso di prendersi in casa Colson, sempre più un poliziotto emarginato; dove Nelson ha deciso di ritornare in Texas, alle prese con il "suo" uragano; dove Davis è sempre Davis, il nostro DJ Davis.
Piano piano, come in un film di Kieslowski, ma senza farlo troppo notare, Simon, Overmyer e Pelecanos continuano con il solito ritmo, apparentemente senza curarsi del fatto che la stagione è in formato ridotto, ma con un paio di tocchi da maestro fanno incrociare (non che sia la prima volta, sia chiaro) i "loro" personaggi (che poi sono ormai anche "nostri"): già detto di Sonny e Toni, in maniera indiretta, e di miss LaDonna con Big Chief Albert Lambreaux, in maniera più che diretta, godetevi lo spettacolo di una improbabile alleanza tra Nelson Hidalgo e DJ Davis McAlary, con la partecipazione straordinaria di Antoine Batiste.

Come spiegare il fascino di Treme? Impossibile. Sarebbe come chiedere a DJ Davis, a mio giudizio IL personaggio di Treme, anche se qualcuno, magari più correttamente di me, sostiene che IL personaggio sia Albert, di spiegare perché ama la musica, o perché ama la sua città. Probabilmente ho già espresso questo concetto in passato, ma Treme non è solo la messa in scena della vita, solo che sullo sfondo c'è una delle più grandi tragedie (vergogne?) statunitensi del recente passato, in una delle città più affascinanti del globo; Treme è una serie che ogni appassionato di musica, di qualsiasi tipo e/o genere musicale, dovrebbe vedere. Treme, con la sua apparente semplicità, con quel suo ritmo blando, col suo raccontare piccole/grandi cose della vita di persone apparentemente semplici, spiega come la musica sia alla base di cose apparentemente insignificanti quali la tolleranza, il rispetto, l'integrazione, insomma, come Davis dice ad un certo punto, le basi della nostra grande Nazione.
Ecco, secondo me c'è poco altro da aggiungere, su Treme e sulla sua (mini)stagione conclusiva; c'è talmente poco altro da aggiungere, che sto scrivendo questa recensione prima di vedere l'episodio conclusivo, perché per me tutto quello che ho visto è già più che sufficiente. Amore, musica, cucina, diritti civili, rispetto, integrazione... in poche parole, vita.
Treme è una serie che ti fa conoscere una città talmente particolare che senti di conoscerla anche senza esserci mai stato, così come ti fa sentire nostalgia di personaggi fittizi, quali sono, aggiungerei purtroppo, LaDonna (by the way, l'interpretazione di Khandi Alexander mi è parsa ancora una volta straordinaria), Delmond, Janette, l'indimenticabile e indimenticato Creighton, Sonny, Toni, Annie, Albert, Antoine, Davis, Sofia, Terry, L.P. e perfino Nelson.
Non ci dimenticheremo facilmente di una cosa come Treme. E non saremo mai pienamente soddisfatti finché non avremo passeggiato per il quartiere francese.
Fidatevi: capolavoro. Adesso che è terminata, possiamo dirlo tranquillamente.

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