No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20131124

diventando per sempre

Forever Becoming - Pelican (2013)

Parlando francamente, ci sono un sacco di band che continuano a rilasciare dischi senza aggiungere niente di più a quello che hanno già detto; penso, tanto per rimanere agli ultimi mesi, alle nuove uscite di Monster Magnet o degli immarcescibili Motorhead. Nonostante ciò, gli ascolti rimangono esperienze piacevoli, anche se non eccitanti o rivelatori.
Nel caso dei Pelican, attivi dal 2000/2001 ed autori di un post rock che confina con il metal e con lo stoner rock, si potrebbe dire lo stesso, eppure ascoltare le loro arzigogolate cavalcate fatte di saliscendi metallici, con contrappunti di chitarre più pulite e ispessite da bassi distorti all'ennesima potenza e chitarre in modalità drone, personalmente mi dà un certo godimento, sarà perché ogni volta ho l'impressione di essere trasportato in sala prove per delle jam session selvagge, immedesimandomi nel drumming forse poco virtuosistico, ma dannatamente potente e preciso, di Larry Herweg.
Meno "intellettuali" (e quindi meno noiosi) dei Godspeed You! Black Emperor, versione metal dei Mogwai, forse meno carismatici degli Isis ma di certo in possesso di una certa personalità, seppure low profile, il quartetto (di recente uno dei chitarristi fondatori, Laurent Schroeder-Lebec ha abbandonato amichevolmente la band, sostituito dal componente dei The Swan King, Dallas Thomas, che per il momento accompagna la band in tour ma non partecipa al processo creativo) di Chicago continua sulla strada della musica completamente strumentale, aggiungendo un altro tassello alla loro carriera; che non sarà mai sotto i riflettori o sostenuta dall'hype, ma di certo non è meno luminosa di altre.
Evocativa e ipnotica, a volte prevedibile, la musica dei Pelican deve possedere qualcosa, se riesce a far dire a Colin St.John di Pitchfork, a proposito del singolo (qua di seguito) Deny the Absolute (titolo straordinario, come molti dei Pelican): "Una canzone straordinaria, sorprendentemente ancor più centrata. Sbuffa a lungo in maniera sinistra e feroce, come qualcosa che il colonnello Kilgore potrebbe aver scelto di suonare dopo la Cavalcata delle Valchirie" (non dovrei dirvelo, Apocalypse Now).

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