No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20131030

ordinary days

Confesso che la tentazione di intitolare il post come la famosissima canzone di Lou Reed era forte, ma non sarebbe stata corretta, in fondo. Andiamo al punto.
Stancato da un raffreddore che già da domenica sentivo arrivare, lunedì tento di portare in fondo una delle mie giornate tipo: sveglia alle 4,00 per fare colazione, torno a letto un altro paio d'ore, barba e capelli, borsa per la piscina e per il lavoro, e via verso la piscina (12 km circa dal paesello), appunto. 7,30-8,00 a dorso. Indietro verso il lavoro (al paesello): la giornata passa tra due riunioni in cui si illustrano i futuri cambiamenti ai miei collaboratori. Già dalle facce, dagli atteggiamenti, dalle domande, si intuiscono quali saranno le risposte, cosa mi debbo aspettare. A pranzo torno a casa, ma mi fermo in farmacia per comprare qualcosa per il raffreddore che si fa sempre più fastidioso. Attraverso lo stabilimento per accordi per l'indomani sera, e dalle 18,00 alle 19,00 ho il corso di francese. Attraverso di nuovo lo stabilimento per recarmi al paese accanto al paesello (5 km) per l'ora di ginnastica posturale, anche detta "da vecchi", dalle 19,30 alle 20,30. Mentre vado, mi arriva un sms dal cantante della mia ex band, Lenostrescimmie. "Stasera Lenostrescimmie? La sala prove c'è". E' già da un po' di tempo che siamo tutti d'accordo per riunirci e vedere cosa ne esce. La prima volta avevo un impegno. Stasera sarò sfinito, ma non posso essere io per la seconda volta a dare buca: rispondo positivamente. 21,30. Finita la ginnastica, doccia, corsa a casa, mangio qualcosa al volo. Alle 21,35 sono sul posto, dalla parte opposta del paesello. Tra l'altro, mi sovviene che nel post di ieri, quello dedicato ai miei colleghi "milanesi", ho usato una frase che è molto simile ad un testo de Lenostrescimmie. C'è Filo, il cantante. Arrivano gli altri due, Lore, bassista, France, chitarra. Saluti, convenevoli. Tutto tranquillo. Un po' di tempo per sistemare basso e chitarra, io con la batteria, che era già sul posto, sono pronto. E' una batteria montata per un mancino, inizialmente ho la tentazione di suonarla così, poi mi dico di metterci impegno e giro i pezzi quanto basta per suonare in maniera decente. Si parte verso le 22,00, e ne escono fuori 3 ore di jam session che mi viene da definire stoner rock. I vecchi pezzi sono solo accennati, giusto quanto basta per ricordarsi quanto dovevamo ai Soundgarden. Le cover non sono ammesse, anche se a me non dispiacerebbe: solo un accenno a Slaves And Bulldozers, che con l'incoscienza dei fan eseguivamo perfino dal vivo. Si trova un ritmo, un riff, un giro, e si va avanti per decine di minuti, come i Pink Floyd di Live at Pompei. Si, chiaro, mica a quei livelli, era per dire. Si finisce all'1,00 di notte. Ho le mani piene di vesciche, ma, anche se nessuno vuole dirlo apertamente, se non per scherzo, tutti e quattro sappiamo che lo rifaremo. Senza impegno, ma con mucho gusto.
Non vi ho detto una cosa. Sapete da quanto non suonavamo insieme? Più o meno vent'anni. Avete letto bene: 20.
Decido, prima di spegnere la luce e di rimettere le sveglie, di prendermela comoda il martedì: salto la piscina, sveglia alle 8,00, colazione e abluzioni, poi a lavoro. Riunione dalle 9,30 fino al pomeriggio inoltrato, e, come nei giorni scorsi, un caldo micidiale. L'Actigrip fa il suo effetto, e il raffreddore è quasi sotto controllo. Esco verso le 17,30, un rapido passaggio a casa, e poi via verso Livorno: stasera cena da un amico, ex collega, ex maestro (lavorativamente parlando), e poi insieme al cinema, ancora musica, ancora a proposito dei tempi andati. In programma c'è Metallica: Through the Never 3D.
La sequenza è curiosa: i Metallica (altro collegamento, con Lou Reed), come ricorderete dalla saga Io e i Metallica, pubblicata anni fa qui su questo blog (e, a dirla tutta, ancora da concludere), sono stati una band che ho molto amato, e pure tentato di emulare, prima dell'esperienza de Lenostrescimmie. Visti molte volte in concerto, dopo il Black Album secondo me sono finiti.
Infatti, il film, diretto dal poco conosciuto regista Nimròd Antal, losangelino di origini ungheresi, con piglio dinamico e muscolare, tenta di andare oltre alle classiche riprese di un unico concerto, inframezzando uno straccio di storia che vede protagonista Trip, un roadie degli stessi Metallica; il concerto però c'è, più o meno dall'inizio alla fine, e dimostra che i pezzi da ReLoad (Fuel, The Memory Remains) e da Death Magnetic (Cyanide), così come quelli da Load e St. Anger, seppur non presenti (fortunatamente!) nel film, sembrano frutto di una cover band, rispetto a roba a dir poco monumentale come Ride the Lightning, Creeping Death, One, Master of Puppets, Orion, ...And Justice for All, Battery o l'apoteosi di Hit the Lights, che riporta tutti indietro fino a Kill 'em All (1983, e scusate tanto), eseguite in ottime versioni.
Divertente, comunque, anche se la storia, in effetti, non c'è. Strombazzata, tra l'altro c'era a disposizione un ottimo attor giovane, quel Dane DeHaan che qua avevamo apprezzato fin dai suoi esordi in In Treatment, nei panni di Trip, ma in effetti funge solo da "ponte" tra un'esecuzione e l'altra. Lars Ulrich sempre al limite dell'insopportabile, con quel suo continuo alzarsi dalla batteria, e quel suo stile che pare improvvisato (e nel quale mi riconosco, paradossalmente: eppure lui sicuramente i suoi passaggi li prova, eppure, riescono sempre a sembrare improvvisati), e quelle rifiniture mancanti, Robert Trujillo che, se ancora ce ne fosse stato bisogno, si candida al premio di Tamarro del millennio.
Però ci voleva. Il film, non Trujillo.

4 commenti:

monty ha detto...

Bel post Ale, anche se la storica reunion
del gruppo meritava ben altra enfasi! :D

Che mi dici del 3D per questo film?
Vale la pena o
è fuffa inutile?

jumbolo ha detto...

ci ho riflettuto. mi sono tolto spesso gli occhialini, il risultato è comunque interessante per le riprese del concerto anche in 2d, ma il 3d SUL palco dà ovviamente profondita e coinvolgimento.

Anonimo ha detto...

I Metallica non sono finiti dopo Black Album, sono morti insieme a Cliff Burton sul quel maledetto bus. Tre dischi tre sentenze. Fine.

Mog-ur.

jumbolo ha detto...

beh è un'opinione un po' tranchant, ma come tutte le altre rispettabile. non concordo, nonostante sia un fan di ride the lightning, e perché penso che i primi tre dischi sono grandi si, ma anche AJFA e black album siano la naturale prosecuzione di un'evoluzione decente di una band che ha fuso il crust punk con il metal, inizialmente, innestato elementi post NWOBHM e progressive sul tutto poi, e infine è tornata alla semplicità rock.
questo per argomentare il mio pensiero in maniera leggermente più approfondita, non certo per farti cambiare idea!