No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20131017

Macedonia - Settembre 2013 (6)

E dunque, sono a Ohrid, in italiano Ocrida. Patrimonio dell'umanità (UNESCO), il lago omonimo è la ragione per cui sono qui, anche se poi ci ho "ricamato" sopra un viaggetto da una settimana. Per completare il discorso lasciato a metà nel post precedente, faccio un passo indietro. Quando trovo l'albergo, ricordiamolo, il Villa Mal Sveti Kliment, la simpatica giovine che mi riceve, dopo che le racconto del parcheggio a pagamento, mi consegna questo pass dicendomi che posso tornare all'auto e farmi rendere i soldi che ho pagato.
Quindi torno all'auto, lo metto sul cruscotto, chiamo il parcheggiatore e gli dico quello che mi hanno detto, ma che non voglio i soldi (aveva già storto la bocca, anyway). Prendo lo zaino, lo saluto e torno all'albergo. Faccio il check in, e come detto, la ragazza che mi accoglie mi ispira immediatamente simpatia. E' giovane, molto, non è particolarmente carina ma potrebbe esserlo, parla un buon inglese, ride spesso e ha problemi di acne. Forse è quest'ultimo particolare che me la rende così simpatica, mi fa tenerezza e, so che sembra una stupidaggine, mi ricorda me a 18 anni. O forse sto solo soffrendo un poco di solitudine. Dopo che mi ha mostrato la camera, e che mi ha spiegato che la reception funziona dalle 8 alle 20, dopo di che posso usare la carta magnetica che mi serve per entrare in camera anche per il portone della Villa, mi dice pure che, per motivi di spazio (che non c'è), la colazione viene servita direttamente in camera. Tu ti alzi, chiami la reception (dopo le 8), e ti portano la colazione (ce ne sono diversi tipi, puoi scegliere e comunicarlo la sera precedente) in camera tua. Interessante. Mi piace parlare con lei, le faccio qualche domanda sulla Macedonia. Le chiedo delle scritte cancellate sui cartelli stradali, e le racconto che poco prima, quando mi sono perso dall'altro lato del lago cercando l'Albania ma essendo ancora in Macedonia, ho notato, sul tetto di una casa in costruzione, una bandiera albanese. Mi conferma che le frizioni tra popolazione di etnia albanese e macedone esistono ancora, ma non sono più "pericolose" come qualche anno prima. Rimarrei a parlare ancora un po', ma capisco che ha da lavorare, e abbozzo. Sistemo le mie cose in camera, studio quel che c'è da vedere, esco, faccio 20 metri e mi infilo in una pizzeria che ho notato quando ho trovato il vicolo dove si trova l'albergo. Mangio una pizza, sulla Lonely Planet c'è scritto che qui, da Leonardo, si mangia la pizza più buona di Ohrid. Si, lo so, siamo in Macedonia e tra l'altro siamo a pranzo, non m'interessa, ho fame e con la pizza si va sul sicuro. Chiacchiero con la camerierina, in realtà più larga che alta, e cerco di scherzare anche con il giovane gestore, che però rimane sulle sue, e col pizzaiolo. Prometto che tornerò la sera, ma appena esco e il gestore non mi saluta, capisco che non tornerò per nulla. Inizio a salire seguendo a grandi linee l'itinerario consigliato dalla Lonely. Vado verso Gorna Porta, la Porta Superiore, ma prima di arrivarci mi imbatto nell'anfiteatro.
Continuo verso la Porta, poi cerco questa Sveta Bogorodica Perivlepta, che sembra essere interessante. Non ricordo benissimo, ma è qui, sulla soglia, che incrocio una giovane turista che sta girando la città da sola, ci scambiamo un cenno con la testa. Seppure breve, l'esperienza di questa vecchia chiesa, quasi totalmente in corso di restauro (sui muri ci sono le etichette dei trattamenti da eseguire sugli affreschi) è un qualcosa che mi rimarrà in mente. Oltrepassato la turista di cui sopra, all'ingresso di questa struttura in apparenza un po' decadente mi accoglie una signora di un'età indefinibile, truccata pesantemente e vestita con un gusto decisamente Rom. Mi spiega un po' di cose sul luogo, senza spingermi ad entrare. Devo chiederle io di pagare. Inizio ad ammirare gli affreschi, le icone mi interessano meno, mi disimpegno tra i tubi innocenti delle impalcature: il luogo è piccolo, ma è davvero ricolmo di queste pitture sacre. Dopo neppure un minuto, arriva un gruppo di turisti numeroso, probabilmente sono russi. Sono con una guida, una ragazza, ma lei stessa lascia il gruppo nelle "mani" della signora di cui vi ho detto poc'anzi. Inizia lo spettacolo. La signora comincia a "romanzare" le pitture, in maniera teatrale, divertente ed affascinante. Mi avvicino alla guida, e le dico in inglese che non sto capendo una mazza, ma che è uno spettacolo vero e proprio. Lei mi risponde sorridendo, che la signora sta "interpretando" gli affreschi, tutti a modo suo. Sono a bocca aperta, rimango per tutta la durata, faccio per uscire solo dopo che tutto il gruppo è uscito. Saluto la signora, che mi invita a tornare il giorno seguente, perché queste "prestazioni" le fa anche in inglese, basta che ci sia qualche persona in più. La ringrazio calorosamente e ripeto anche a lei: non ho capito niente, ma me la sono goduta. Inizio la salita verso il castello/fortezza di Car Samoil, che sovrasta la città. La giornata è calda, molto calda, sono un po' disabituato alla camminata, ma non ci sono troppi problemi. La fortezza è conservata discretamente, si paga l'ingresso, ma il panorama è spettacolare. Incrocio di nuovo la turista di prima, è una moretta scattante, e ha una macchina fotografica "seria". Ci salutiamo. Quando non mi vede, mi metto a scattare foto anch'io, naturalmente col fido telefonino, che, vi avverto, mi sa che tra poco dovrò cambiare. Cominciamo con le foto. La prima è dedicata alla chiesa di San Panteleimon, ma qualcuno la attribuisce anche a Clemente (Sveti Kliment i Pantelejmon). Si, lo so, poteva venire meglio. Avete ragione.
Le prossime sono invece tutte viste dalla fortezza e della fortezza dal suo interno. Per questo post basta così.

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