No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130904

macchina da delusioni

Comedown Machine - The Strokes (2013)

Certo che i The Strokes sono una roba davvero strana da raccontare. Cinque dischi in 12 anni, pause, successo strepitoso al debutto, pompatissimi dalla critica inizialmente e adesso praticamente dimenticati. Comedown Machine arriva a due anni dal precedente Angles, a fine marzo 2013, senza un minimo di promozione. Inglobate le influenze "aggiuntive" fatteci ascoltare dal cantante Julian Casablancas nel suo debutto del 2009 Phrazes for the Young, in questo nuovo dischetto non colpiscono sicuramente dritto come fecero a suo tempo con Is This It, e neppure si dimostrano stratificati quanto con Room On Fire, mescolano le loro radici rock (Chances, All the Time, 80's Comedown Machine) con la semplicità catchy che li contraddistingue, e spruzzano il tutto con un mood (appunto, come "recita" la "quasi" title-track) anni '80 (Happy Ending, Tap Out, One Way Trigger, Welcome to Japan, Slow Animals, Partners in Crime), regalandoci una mezz'oretta di easy listening. Qualche episodio francamente inutile (Call It Fate Call It Karma, 50 50), conferma i The Strokes come una band "svogliata" e un po' supponente: avrebbero potuto essere immensi, si sono limitati ad essere sulla bocca di tutti solo per un po'. Magari l'hanno fatto anche volutamente, chissà.

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