No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130902

l'arancio è il nuovo nero

Orange Is the New Black - di Jenji Kohan - Stagione 1 (13 episodi; Netflix) - 2013

Piper Chapman è una trentenne WASP di buona famiglia, originaria del Connecticut. Vive a New York con il suo fidanzato, Larry Bloom, giornalista aspirante scrittore. Si amano, si vogliono sposare, Larry ha fatto la proposta alcuni mesi orsono. Oggi, però, Piper deve scontare una pena detentiva di 15 mesi in un carcere di minima sicurezza, Litchfield, New York, per aver trasportato soldi sporchi una decina d'anni prima. In quel periodo, Piper era coinvolta in una storia d'amore con Alex Vause, una bella ragazza cresciuta mediamente povera, che ha scalato i gradini sociali lavorando per un cartello internazionale della droga. Il nome di Piper è uscito fuori in un'indagine di molti anni dopo, e lei si è dichiarata colpevole. Piper e Larry sono decisi ad affrontare questa esperienza sostenendosi a vicenda, e a sposarsi subito dopo. Ci sono però alcune cose che i due ancora non sanno. Il carcere, seppure di minima sicurezza e per condanne relativamente brevi o per reati minori, è comunque un carcere, e Piper, con la sua waspitudine e la sua ingenuità, non è pronta per affrontarlo; inoltre, proprio in quel carcere, sta scontando la sua pena proprio Alex Vause, che è esattamente la persona che ha fatto il nome di Piper, facendola condannare a sua volta.

Eccola, finalmente, la nuova creatura di Jenji Kohan, creatrice di Weeds. Arriva proprio su Netflix, come ennesima produzione interamente propria e originale, distribuita nella sua interezza (così come fu per House of Cards) l'11 luglio 2013. E c'è da dire che ancora una volta, sia la società (è improprio definirla "rete") che la sceneggiatrice, fanno centro. Orange Is the New Black, modo di dire per esprimere che andare in carcere (orange, come le tute che le detenute indossano nei primi giorni dentro) sta diventando di moda (is the new black, e voi mi insegnate che "il nero va sempre bene"), è ispirata al libro omonimo di Piper Kerman, libro che a sua volta racconta l'esperienza della stessa Kerman in un carcere simile a quello che vediamo nella serie (leggete la pagina wikipedia linkata, c'è stata anche Lauryn Hill!).
E insomma, la serie è divertente, delicata, femminile, ma pure introspettiva; l'umorismo della Kohan abbiamo imparato a conoscerlo con Weeds, e lo riconosciamo pure qua. Molti dei temi che erano in quella serie sono presenti pure qua: gli sbagli che facciamo, l'insicurezza dell'animo umano soprattutto sui sentimenti. C'è, mi pare di vedere, un sacco di autoironia su quella sorta di classe sociale (WASP) alla quale suppongo appartenga la Kohan stessa, un piccolo (ma non meno efficace) spaccato "razziale" degli U.S.A., e varie "riflessioni" sulla sessualità. Se proprio volessimo fare polemica, il modo in cui la Kohan dipinge il maschio non è dei migliori, ma sinceramente a me interessa poco, anche perché non è poi così lontana dalla realtà.
Il cast è sorprendente in maniera del tutto piacevole. E molto variegato, seppure rivediamo, con molto piacere, alcune facce già viste in Weeds: tra gli altri, Michael Harney è Healy, il capo dei secondini che odia le lesbiche, con moglie ucraina a casa che non parla una parola di inglese e lo sta usando solo per prendere la Green Card; Pablo Schreiber è Mendez, detto Pornstache (soprannome fenomenale, difficile da tradurre, attore versatile: in Weeds era Demetri, ma ha fatto anche un sacco di film e pure la parte di Nick Sobotka in The Wire). Il resto del cast, è infinito e, credetemi, tutto fatto da attori e soprattutto attrici che se la cavano alla grande davvero, e lasciarne fuori la maggior parte mi dispiace veramente. Ad ogni modo, da sottolineare le seguenti prove. Taylor Schilling è la protagonista, Piper Chapman, brava; l'abbiamo vista in Argo. Laura Prepon è Alex Vause ("the hot one", e chi lo dice ha proprio ragione secondo me); Michelle Hurst è Miss Claudette (i suoi flashback sono i più intensi); Kate Mulgrew è la splendida cuoca di origini russe Red; Jason Biggs è Larry Bloom, il fidanzato di Piper, in una parte che gli calza a pennello; Natasha Lyonne è Nicky, spassosa; Nick Sandow è Caputo, un altro personaggio che mi fa ridere solo a vederlo apparire; Dascha Polanco è la burrosa Daya; Yael Stone è Morello; Uzo Aduba è Crazy Eyes; Constance Shulman è Yoga Jones (la sua storia su come è finita dentro è la più spassosa e al tempo stesso la più devastante); Laverne Cox, attrice transessuale e attivista transgender, è Sophia, carcerata transessuale ex pompiere (le parti dove Sophia è ancora uomo le recita sua fratello gemello M. Lamar, musicista da scoprire); Taryn Manning (vista in Sons of Anarchy) è la spettacolare invasata cristiana Pennsatucky; Madeline Brewer (debuttante, incredibile) è Tricia; Alysia Reiner (presenza scenica impressionante e fisico da urlo) è Natalie Figueroa; Diane Guerrero è Maritza, non ha una parte rilevante ma è quella che a me piace esteticamente più di tutte, e quindi la dovevo citare.
"This is not Oz" (e non è l'unico riferimento ad altre serie tv, gustatevi quella su Mad Men), dice, se non ricordo male, nel primo episodio I Wasn't Ready il lesbofobico Healy a Chapman, ed è la verità anche a livello emozionale e realizzativo; questo non vuol dire che Orange non sia valido. Certo, siamo dalle parti del dramedy, e quindi non possiamo attenderci un trasporto emotivo e pure psicologico di quei livelli, ma viste le "origini" femminili credo che dobbiamo approcciarci in maniera diversa. Io l'ho fatto, e me lo sono goduto.
Il terzo episodio, Lesbian Request Denied, è, quasi ironicamente, diretto da Jodie Foster. Rinnovato per una seconda stagione, che aspettiamo per il 2014.
Qui di seguito i titoli di testa, su un pezzo di Regina Spektor.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Appena finita di vedere l'intera serie! Aspetto la seconda!!! Piper è una vera CSI, quella da cui tutte le lsb dovrebbero stare lontane: confused straight insane.
Miki

jumbolo ha detto...

ahahahahah!! grande Miki!