No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130820

il raccolto di domani

Tomorrow's Harvest - Boards of Canada (2013)

Sono sicuramente l'ultima persona che dovrebbe parlarvi di un disco dei Boards of Canada, duo scozzese di Edimburgo. Mai ascoltati fin'ora, quando ho visto questo disco inserito come "disco del mese" sul numero estivo di Rumore con un rotondo 8 su 10, come spesso mi accade, mi sono incuriosito. Solitamente, rimango scioccato, e così è stato pure stavolta: al primo ascolto mi son detto "che merda di disco", ed ho avuto seri problemi a terminarne l'ascolto. Ora, a parte che Pitchfork gli ha dato addirittura 8,3 su 10, lo so che vi dico sempre le stesse minchiate: sto invecchiando, mi sono addolcito, eccetera. Facciamo così: non ve le dirò. Vi racconto esattamente come è andata dopo. Tolgo le tracce dal lettore mp3. Dopo una settimana, ce le rimetto. E un bel giorno di sole, rimetto su Tomorrow's Harvest. E lo ascolto tutto. E poi lo riascolto. C'è da dire che si dorme alla grande eh, con questo disco. Però stavolta bisogna ammettere che non è un fatto negativo, e che si sente decisamente che i fratelli Sandison ci sanno fare. Per chi fosse ancora più ignorante di me, siamo di fronte ad un disco di elettronica, diciamo dura e pura visto che se è vero (leggo) che col disco precedente The Campfire Headphase avevano provato ad introdurre strumenti acustici, qua siamo esclusivamente nel campo puramente elettronico, sintetizzatori vecchi e nuovi, campionamenti, effetti vari, voci mascherate, rumoristica varia. Se è anche vero che i due componenti si sono presi una pausa di ben sette anni dall'ultima uscita (Trans Canada Highway, 2006), soprattutto per viaggiare, a dispetto delle note pubblicitarie e delle recensioni varie che vorrebbero questo disco post apocalittico e segnato dalla preoccupazione per le problematiche ambientali, a me l'idea del viaggio, in tutte le sue sfaccettature, intriga e propenderei per dare, globalmente al disco, un'interpretazione del genere: più che colonna sonora di un ipotetico film ("genere" che i BoC potrebbero interpretare senza nessun problema, e probabilmente con ottimi risultati) colonna sonora di un viaggio, un viaggio lungo, attraverso luoghi diversi, luoghi che trasmettono naturalmente sensazioni a volte diametralmente opposte, comunque differenti e molto varie. C'è una grande epicità di fondo, nella musica dei BoC, ritmi decisamente rallentati in questo disco, una sensazione avvolgente che, quando l'atmosfera si fa cupa, può perfino far paura all'ascoltatore, ma quando si fa ariosa può risultare talmente soddisfacente quanto una meravigliosa alba. Detto che, per me ascoltatore "grossolano" e sicuramente impreparato, ricordano sia i Kraftwerk che John Carpenter, aggiungo che se dai Sepultura, percorrendo la strada della vita parallelamente a quella della musica, siamo arrivati ai Sigur Ròs, possiamo sicuramente "dedicarci" qualche volta anche ai Boards of Canada, quando è il momento. Perché, si sa, arriva un momento per ogni cosa.

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