No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130823

fontane

Fountains Left to Wake - Stonerider (2012)


I georgiani di Atlanta Stonerider, dei quali ci piacque tanto il debutto del 2008 Three Legs of Trouble, sono una band che tiene decisamente un basso profilo. Niente video, nessuna pagina Wikipedia a loro dedicata, dischi che escono in sordina. Eppure, nonostante questo secondo disco (il difficile secondo disco) non mi abbia "preso e portato via" come il debutto, rimangono a mio parere una di quelle band da rispettare per il fatto che non sono una cover band, anche se suonano come un manipolo di grandi gruppi di 40, si proprio quaranta anni fa (Grand Funk Railroad, Led Zeppelin e via discorrendo), e tengono la barra dritta senza fregarsene se i riflettori si accendono sui Kings of Leon o sui Rival Sons, continuando a scrivere gran belle canzoni che pestano sodo e suonano ruock alla vecchia, ma sempre ottima, maniera. E, almeno per ora, non si "prostituiscono", scadendo nell'arena rock che strizza l'occhio al pubblico più giovane e meno esigente, che si lascia abbindolare dalla melodia facile ed edulcorata, dimenticandosi (o più facilmente non conoscendo i "fondamentali", ma qui si potrebbe aprire una lunga parentesi, e concludere riconoscendo che abbiamo una buona parte di colpa anche noi cosiddetti dinosauri) che tutto proviene dall'elettrificazione del blues.
Insomma, ogni tanto ci vogliono dischi come questo, anche se, come potete ben vedere dalle date, si lasciano nel dimenticatoio molti mesi, a volte anni. When I Was Young, un rock'n'roll selvaggio con contrappunti Honky tonk, Trigger Happy, dal ritornello catchy e dall'incedere incalzante (e che assolo!), You Don't Have to Try, classica ballad con un suono di chitarra che vi ricorderà tante cose del passato, Show Me the Light, che illustra alla perfezione la definizione mid-tempo, suggestioni southern, When the Sun Goes Down e la sua armonica, insomma, un disco che paradossalmente, suona fresco perché è un tuffo nel passato. Ed è un convincimento davvero difficile da spiegare, dato che mi ritengo un appassionato di musica a cui piace scoprire artisti che provano ad innovare, a mescolare influenze più disparate per riuscire a creare qualcosa di anche intellettualmente (oltre che musicalmente) stimolante, eppure, quando ascolto cose come quelle che suonano gli Stonerider, non riesco a rimanere indifferente.


1 commento:

monty ha detto...

Effettivamente, tra le bands che
propongono queste sonorità, è difficile
trovarne una più low profile degli
stonerider