No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130701

Mea Maxima Culpa: Silence in the House of God

Mea Maxima Culpa - Silenzio nella casa di Dio - di Alex Gibney (2013)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)

Padre Lawrence Murphy, alla guida della St. John School for the Deaf, una scuola per bambini sordi a Milwaukee, dal 1950 al 1974, ha molestato sessualmente almeno 200 di questi bambini, creando una sorta di "cupola" tra di essi. Il documentario di Gibney, esperto documentarista (Oscar nel 2008 per Taxi for the Dark Side, nominato nel 2006 per Enron: The Smartest Guys in the Room, ha diretto inoltre Client 9: The Rise and Fall of Eliot Spitzer, Freakonomics e altri documentari, sempre "sul pezzo", su argomenti di attualità), parte da questo caso, che ha scosso le fondamenta dell'arcidiocesi di Milwaukee (arcidiocesi che ha dichiarato la bancarotta nel 2011, a causa dei risarcimenti che ha dovuto pagare per cause come questa). Intervista alcuni dei protagonisti, adesso adulti ed invecchiati che cercano di ricordare e raccontare senza omettere particolari, si aiuta con voci di ottimi attori per le voci fuori campo (nella versione originale, Chris Cooper, Ethan Hawke, John Slattery). Poi passa ai casi irlandesi, soprattutto a quello di padre Tony Walsh, accenna a quelli italiani, nello specifico a quelli verificatisi all'Istituto Provolo per sordi di Verona, e arriva, tramite un personaggio che effettivamente incute qualche sospetto (di, come dire, non essere propriamente disinteressato), l'avvocato Jeff Anderson (che curiosamente si chiama proprio come il mitico attore che interpreta il Randal di Clerks), ad avanzare il tremendo sospetto che tutti questi casi di pedofilia siano stati coperti dal Vaticano, nelle persone del cardinale Angelo Sodano, di papa Wojtyla, perfino di papa Ratzinger. Per corroborare queste ultime accuse, il film gioca il carico da undici: padre Marcial Maciel, fondatore (anche se, come leggerete, c'è chi sostiene di no) dei Legionari di Cristo, e per anni considerato un grandissimo benefattore, soprattutto uno che sapeva a quali tasche rivolgersi per contribuire alla causa. Vengono intervistati alcuni giornalisti, tra cui anche Marco Politi del Fatto Quotidiano.

Ora, mentre facevo le mie solite ricerchine in rete per scrivervi a proposito di questo film-documentario (targato HBO), che mi è molto piaciuto per il suo stile asciutto, mi sono imbattuto in una articolata accusa contro, da parte di Massimo Introvigne, pubblicata da La Stampa (e che vi consiglio di leggere, nel caso vi interessi il film). Nonostante la mia educazione tutto sommato cattolica, devo dire che la strenua difesa di Introvigne, personaggio degno sicuramente di massimo rispetto, ma secondo me leggermente di parte, mi è parsa decisamente zoppicante, e Mea Maxima Culpa, con tutte le sue falle e le sue strizzatine d'occhio, mi è parso un documentario da vedere, non fosse altro che per ricordarci che quando ci si veste dei panni di qualcuno che porta la parola di Dio, se si commette probabilmente il più vile dei crimini, si diventa indegni anche solo di guardarsi nello specchio. 

Nessun commento: