No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130716

fuochista

Stoker - di Park Chan-wook (2013)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)

In un luogo praticamente indefinibile, India Stoker, una giovane donna, di famiglia più che benestante, perde in un incidente il padre Richard, al quale è molto legata. Più che un padre, il suo migliore amico. India vive con la madre Evelyn in una splendida tenuta fuori città, una casa che pare fuori dal tempo con un enorme appezzamento di terreno che la circonda. Ottima studentessa ma molto taciturna e sicuramente riservata, India non ha un buon rapporto con la madre, una donna bella, algida, e decisamente instabile: la ragazza si trova molto meglio con la servitù. Nel giorno del funerale del padre, ecco apparire all'improvviso lo zio Charles, del quale ignorava completamente l'esistenza. Charles si installa in casa, quasi a prendere il posto del defunto padre; India è immediatamente diffidente, mentre la madre rimane subito affascinata dalla flemma del cognato, tanto da far intravedere quasi all'istante una possibile liason. Quasi nello stesso momento in cui lo zio Charles mette piede in casa, cominciano strane sparizioni. Dopo qualche giorno dal funerale, la signora McGarrick, direttrice della servitù, scompare senza lasciare traccia. La zia Gwendolyn, che si stupisce di trovare lì Charles e prova a suggerire che non sia il caso lui si trattenga troppo, lascia detto che rimarrà in città, ma non dà più sue notizie. E, nel frattempo, i rapporti tra Evelyn, Charles e India, si rovesciano poco a poco.

Oggetto decisamente affascinante questo Stoker, penalizzato da un'uscita infame (giugno 2013), primo film "internazionale" del regista sud coreano autore della "trilogia della vendetta" (Oldboy, Mr. Vendetta e Lady Vendetta), che sorprendentemente, anziché appoggiarsi ad una sua sceneggiatura (come suo solito), ne sceglie una dalla Hollywood black list del 2010 (la lista delle migliori 10 sceneggiature non prodotte). E pensate un po', l'autore è nientemeno che Wentworth Miller (che la scrive inizialmente sotto lo pseudonimo di Ted Foulke; ha scritto anche il prequel, Uncle Charlie), il Michael Scofield di Prison Break, che si è ispirato a Bram Stoker, per il cognome della famiglia protagonista, ma soprattutto a L'ombra del dubbio, film del 1943 di Hitchcock.
E c'è da dire che vedendolo, è difficile pensare ad un regista che poteva rendere miglior omaggio ad una storia che vola così alto. La mano di Park è eterea e, come sempre, violenta in maniera artistica, oserei dire poetica, e il cast si lascia plasmare magnificamente dal regista. Nicole Kidman (Evelyn), che inquieta sempre un po' nella sua magnifica plastificazione, è, alla fine, quella che risalta meno, ma solo perché sia Matthew Goode (Charles), e soprattutto la sempre più brava Mia Wasikowska (India; lasciatemi inorgoglire ogni volta, per aver "creduto" in lei sin dall'inizio), formano una coppia assolutamente perfetta per questo film; forse un po' troppo esercizio di stile, ma che stile. E poi, tanto per scrivere una riga in più, i film che iniziano con la fine ci piacciono sempre abbestia.

2 commenti:

giulia ha detto...

abbestia! :-)
p.s. ale sto vedendo Top of the lake!

jumbolo ha detto...

ottimo. una serie [mod.briatore on] AL TOOOP [mod.briatore off]