No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130627

i guardiani del cancello

The Gatekeepers - di Dror Moreh (2013)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)

Ami Ayalon, Avraham Shalom, Yaakov Peri, Carmi Gillon, Avi Ditcher, Yuval Diskin. Anche solo dal nome, potete intuire che si tratti di sei persone di origini ebraiche. Ma che cosa hanno in comune queste persone? Sono stati tutti a capo dello Shabak, meglio conosciuto come Shin Bet, il Servizio di sicurezza generale dello stato di Israele. Sono sei su sette dei capi che si sono avvicendati alla guida di quell'organizzazione dal 1981 al 2011 (avendo avuto il documentario in questione quasi tre anni di gestazione, Diskin all'epoca delle intervista era ancora in carica). Dror Moreh, regista israeliano già autore di un film su Ariel Sharon (ex Premier israeliano), si era ripromesso di portare alla luce almeno qualcosa sulle attività dello Shin Bet negli ultimi 40 anni. Devo dire che, sarà perché qualsiasi cosa è meglio di niente, e sto parlando di conoscenza, sarà per l'alone di leggenda che circonda anche solo lo stesso nome (anche se a dire il vero, quello che incute più timore è il nome del Mossad; c'è però chi sostiene che dopo la Guerra dei sei giorni del 1967, lo Shin Bet è stato più influente complessivamente, avendo avuto la "responsabilità" del controllo della Cisgiordania e della Striscia di Gaza), The Gatekeepers mi è parso un lavoro decisamente degno di nota, tant'è che era stato incluso nella shortlist per la categoria miglior documentario agli ultimi Oscar.
I sei personaggi, evidentemente ben disposti e intervistati con delicatezza (lo immagino, visto che le domande sono appena accennate), sembrano parlare a ruota libera. 

Alternando le "confessioni" dei sei ex comandanti a materiale d'archivio e perfino ad una suggestiva ricostruzione estrapolata da fotografie (per raccontare uno dei momenti ricordati ancora oggi come uno dei momenti più tristi, quello del Bus 300, nel 1984), The Gatekeepers conferma l'impressione che perfino alcuni (molti?) israeliani si siano resi conto da tempo che il dialogo è l'unica speranza. Certo, fa una discreta impressione sentirlo concludere da chi non ha problemi ad ammettere "forget about morality" oppure "no strategy, only tactics", ma, alla fine, chi meglio di loro?

Costruito di sette segmenti, "No Strategy, Just Tactics" (appunto), "Forget About Morality" (ri-appunto), "One Man's Terrorists Is Another Man's Freedom Fighter", "Our Own Flesh and Blood", "Victory Is to See You Suffer", "Collateral Damage" e "The Old Man at the End of the Corridor", The Gatekeepers, oltre a quello detto in precedenza, è anche una particolarissima riflessione etico-morale sulla "prevenzione" estrema del terrorismo, fatta senza nascondere niente, pragmatica al massimo, e quanto mai vera, quindi non per forza condivisibile, ma sicuramente tutta da seguire.
Non (ancora) distribuito in Italia, era rimasto l'unico film, tra quelli candidati agli Oscar, che non ero riuscito a recuperare prima dell'evento; ho fatto bene a dargli una possibilità, anche se la mia personale "corsa agli Oscar" era ormai ben alle spalle.

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