No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130403

il limite del controllo

The Limits of Control - di Jim Jarmusch (2009 - Inedito in Italia)
Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)


In un aeroporto, un uomo solitario riceve istruzioni sulla sua missione da Creole. Le istruzioni sono vaghe, qualcosa a metà tra l'assoluta riservatezza, il criptico e la filosofia spicciola. L'uomo arriva a Madrid, e da lì inizia un viaggio quieto attraverso la Spagna. Incontra diversi personaggi, e gli incontri hanno tutti lo stesso schema, che definire strambo è poco. L'uomo ordine due caffé espresso in tazze separate, il contatto in questione arriva, gli chiede se parla spagnolo, lui risponde di no, il contatto comincia a parlare di interessi personali, poi gli passa una scatola di fiammiferi con una nota su un piccolissimo pezzo di carta all'interno, che l'uomo solitario mangia dopo averlo letto. C'è, invero, un incontro ricorrente, con una donna, anche lei senza nome, e quando l'uomo solitario la incontra lei è sempre nuda o con un impermeabile trasparente indosso. Lei lo invita a fare sesso, lui risponde che quando è in servizio non lo fa. Nonostante la stranezza dei suoi incontri e del suo viaggio, alla fine arriva all'obiettivo, e la sua missione diventa chiara.

Jim Jarmusch ci ha regalato piccoli gioielli indimenticabili, a partire dai suoi primissimi e al tempo introvabili film (Permanent Vacation, Stranger Than Paradise), poi Daunbailò, Mystery Train, Taxisti di notte, Dead Man, Ghost Dog, Coffee and Cigarettes (alla fine li ho citati praticamente tutti). Da qualche tempo, qualcosa si è rotto, a parer mio, da Broken Flowers. Questo per ora ultimo The Limits of Control, è un film a proposito del quale anche la critica "ufficiale" comincia a rendersi conto che qualcosa nelle storie e nella regia di Jarmusch non funziona più. Si sorride appena, vedendo scorrere le stramberie che accadono all'uomo solitario, si avvolge tutto in una patina di mistero inservibile, e alla fine il senso del film rimane quello di riconoscere i membri del cast, e godersi i nudi di Paz de la Huerta, come se in Boardwalk Empire non si fosse già visto tutto.
Completano, appunto, il cast, Luis Tosar, Tilda Swinton, John Hurt, Gael Garcìa Bernal, Hiam Abbass (vorrei che fosse mia zia, ve lo dico, anche se poi comincerei ad avere pensieri incestuosi), Bill Murray. Protagonista Isaach De Bankolé, già in 24, Manderlay, Casino Royale, Lo scafandro e la farfalla, ivoriano, che potrebbe essere il nuovo Samuel L. Jackson.

3 commenti:

Dantès ha detto...

mmh... vediamo...

jim jarmusch: condivido la tua analisi però prevale la curiosità
paz de la huerta: santa subito! e chi si stanca di vederla nuda?!?
hiam abbass: una parola? milf. oltre che una delle mie attrici preferite...

insomma, mi sa che lo vedrò

jumbolo ha detto...

Capisco. Hiam Abbass è veramente un'attrice incredibile, purtroppo ancora poco conosciuta dalla "massa", ma forse è meglio così.
Su Paz de la Huerta ti dico che è venuto il momento di darti alle serie tv, anche se non mi ricordo se Boardwalk Empire qualche volta l'hai visto. E lì fa dei numeri non indifferenti...

Dantès ha detto...

no, non l'ho mai visto ma so cos'è. è che con le serie tv ho dei tempi biblici, finisce che mi stufo, a meno che non mi sottoponga a delle maratone o che mi conquistino a prima vista tipo lost