No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20121221

Tarzan su Marte

John Carter - di Andrew Stanton (2012)
Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)

New York 1881. John Carter, un anziano soldato dell'esercito confederato, reduce della Guerra Civile, muore improvvisamente e lascia, tra le altre cose, il suo diario al nipote, Edgar Rice Burroughs. Il nipote, curioso, comincia a leggere, e quello che trova scritto è a dir poco incredibile.
Carter è un grande combattente, ma ha sempre avuto difficoltà a schierarsi. La sua storia incredibile comincia infatti quando un colonnello dell'Unione, che lo ha fatto prigioniero, gli chiede di unirsi a loro contro gli Apache; Carter fugge, si ritrova in una grotta dove un alieno lo assale. Lui lo uccide, raccoglie il medaglione che indossava, ripete le parole che ha sentito pronunciargli, e d'improvviso si ritrova in mezzo ad un deserto. Si rende conto che la gravità è diversa da quella normale, e lui è capace di salti impressionanti. Ancora non lo sa, ma è su Marte. O, come lo chiamano gli abitanti, che incontrerà tra poco, Barsoom. Da buon soldato, si ritroverà in mezzo ad una guerra tra due popoli.

Lunghissima storia, quella della trasposizione di John Carter al cinema. Questo personaggio, infatti, è nato dalla penna di Edgar Rice Burroughs (si, ricordate bene, lo stesso che, poco dopo, inventò Tarzan), e per lungo tempo si è pensato di trasportarlo al cinema. Talmente famoso, soprattutto negli USA, che pare Cameron si sia ispirato proprio a lui per Avatar, finalmente la Disney ha messo sul piatto un budget stratosferico in mano allo stesso regista di Nemo e Wall-e, ma il film si è rivelato un flop storico. Ora, la parte tecnico-visiva, a mio parere è indiscutibile, il film accosta piacevolmente attori in carne ed ossa con alieni molto più impressionanti di quelli di Guerre stellari (e molto spesso più divertenti, fulcro del film) in scenari suggestivi e credibili. Il punto debole è quindi da ricercare nella sceneggiatura, non molto fluida nel mostrare una storia effettivamente un pochino complicata, e, forse, in un cast costruito al contrario. Infatti, le due parti principali "umane" sono affidate a Taylor Kitsch (John Carter), l'ex modello canadese che a me personalmente sta simpaticissimo dopo averlo visto nella serie Friday Night Lights (era Tim Riggins), che non se la cava affatto male ma che probabilmente non è ancora universalmente riconosciuto in quanto star, e alla pur bellissima Lynn Collins (Dejah Thoris), che personalmente avevo ammirato non solo esteticamente, ma anche sottolineato per la bravura nel Mercante di Venezia di Radford qualche anno fa, e che sconta lo stesso "peccato" di Kitsch (per lei c'è pure l'aggravante di essere ancor meno conosciuta). I nomi "pesanti" e conosciuti vengono sprecati perché o marginali, o irriconoscibili: Samantha Morton è Sola, Willem Dafoe è Tars Tarkas, Thomas Haden Church è Tal Hajus, Mark Strong è Matai Shang, Ciarán Hinds è Tardos Mors, Dominic West è Sab Than, Bryan Cranston è Powell.

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