No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20121202

il circolo della colazione

Breakfast Club - di John Hughes (1985)
Giudizio sintetico: culto (3,5/5)

Un sabato. Una high school statunitense (il sabato non si va a scuola, di solito). Cinque studenti in punizione, costretti a rimanere per una "giornata lavorativa" a scuola, e a comporre un tema: "chi sono io?". Sono cinque persone totalmente differenti, che, a parte una ragazzo e una ragazza che apparentemente fanno coppia, non si conoscono per niente, seppure naturalmente frequentino la stessa scuola. Come recita la tagline originale, sono: a brain, a beauty, a jock, a rebel and a recluse. Un cervellone (Brian Johnson, con serie difficoltà a relazionarsi con gli altri, figuriamoci con le donne), una reginetta di bellezza (Claire Standish, ricca di famiglia e viziatissima), un atleta (Andrew Andy Clark, che non si preoccupa poi tanto di studiare, tanto è un atleta), un ribelle (John Bender, che mica si ribella a qualcosa, si ribella da qualcosa) e una svitata (Allison Reynolds, che, pure lei, lo sarà a causa di qualcosa...). Clima teso e pesante, per nulla disteso dal preside Vernon, pieno di preconcetti, che incasella i cinque come delle nullità, quando i ragazzi rimangono da soli cominciano i litigi, le incomprensioni. A volte, però, sfogarsi, dirsi le cose in faccia (finalmente, verrebbe da dire, visto che i cinque, pur frequentando la stessa scuola, era come se ne frequentassero quattro o cinque totalmente differenti), può far bene, può aiutare. E, come per magia...

E' un peccato che non esistano più film così. O meglio, è davvero difficile trovarne, al giorno d'oggi. Poteva, potrebbe, essere etichettato come una sorta di teen movie, calato fortemente negli anni '80 (la colonna sonora, soprattutto i Simple Minds, contribuiscono a calare lo spettatore nell'epoca, assieme ai tagli di capelli), epoca che esaspera i conflitti sociali, rovescio della medaglia del famoso edonismo reganiano, ma (The, nell'originale) Breakfast Club è proprio costruito come una metafora di quello che quella "stagione" ha rappresentato, e si conclude con la speranza che, per usare (al contrario) una citazione a noi musicofili italiani molto cara, dagli anni '80 si possa uscire, e (altra citazione musicale) qualcosa possa rimanere.
Belli i dialoghi, che sicuramente il doppiaggio italiano ha leggermente modificato (e appiattito a livello di ritmo), ottima la regia che non diventa mai claustrofobica nonostante il 99% del film sia girato nell'interno della scuola, ottimi i cinque (all'epoca) giovani attori, che hanno avuto fortune diverse. Emilio Estevez (ricordiamolo per chi si sveglia adesso, uno dei figli di Martin Sheen) è Andy, Anthony Michael Hall è Brian, Judd Nelson è Bender, Molly Ringwald è Claire, Ally Sheedy (l'abbiamo vista in Perdona e dimentica di Solondz) è Allison.

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