No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20121014

il doppio del diavolo

The Devil's Double - di Lee Tamahori (2011)

Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Giudizio vernacolare: popo' di demente lulì, peggio di su pà


Questa è la storia di Latif Yahia. E chi era costui? Yahia sostiene di essere stato il fedai (il sosia) di Udai Hussein, il primogenito di Saddam. Ha scritto ben tre libri in proposito alla sua esperienza (I was Saddam's Son, The Devil's Double, The Black Hole). Il film racconta che Latif, iracheno di origini curde, di famiglia agiata ed istruita, ex compagno di scuola di Udai, subito dopo aver combattuto nelle file irachene, nel 1987, la guerra contro l'Iran, viene contattato, appunto, per diventare il "doppio" di Udai. Dopo il suo iniziale rifiuto, viene imprigionato, torturato, la sua famiglia viene minacciata. Accetta. Viene sottoposto a piccoli interventi di chirurgia plastica per aumentare la somiglianza con Udai, viene "istruito" a comportarsi, muoversi, parlare come lui, gli viene dato accesso a praticamente tutti i suoi privilegi. Tutto ciò non allenta la tensione tra i due; Latif è comunque in soggezione nei confronti di Udai, dipinto come uno psicopatico sadico e senza scrupolo alcuno. Latif viene dato per morto in guerra, per non far insospettire la famiglia, ma nel tempo riuscirà a contattarla. Le tensioni tra lui e Udai si acuiscono allo scoppio della guerra contro il Kuwait, ed in seguito al fatto che Sarrab, una ragazza madre molto avvenente, una delle preferite da Udai, si innamora di Latif. Esasperati anche dai sempre più frequenti scatti d'ira di Udai, i due decidono di fuggire.

"Ritrovo" con piacere una regia decente di Lee Tamahori, del quale avevo amato il vecchio Once Were Warriors, e detestato (o addirittura non considerato) tutto il resto. Il film, basato su una biografia discussa, ma certo non difficile da credere, girato negli splendidi scenari di Giordania e Malta, ha un gran ritmo, una bella fotografia, un cast composto da bravi caratteristi, e soprattutto uno spettacolare ed istrionico Dominic Cooper (non mi metto a fare l'elenco, ultimamente si trova un po' dappertutto), che interpreta, con la dovuta "distanza", sia Latif Yahia che Udai Hussein; soprattutto nella parte di quest'ultimo, parte che gli permette di andare continuamente sopra le righe (e di ricordare in parte la sua prova in Tamara Drewe), risulta spettacolare e particolarmente odioso. C'è anche Ludivine Sagnier (bellissima attrice francese, in passato anche con Chabrol), nei panni conturbanti di Sarrab. Film non uscito in Italia.

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