No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120625

Damned

Dannazione - di Chuck Palahniuk (2011)


Madison Desert Flower Rosa Parks Coyote Trickster Spencer ha 13 anni ed è morta. Ma proprio, come dice lei, morta-morta, non stop, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all'anno, per sempre. Ed è all'inferno. Tredici anni vissuti nell'ovatta, due genitori ricchissimi e talmente progressisti da risultare stucchevoli (ex hippy, ex rasta, ex anarchici, attualmente nello show business con risultati incredibilmente di successo, possessori di case in ogni luogo della Terra, continuamente in cerca di bambini provenienti da luoghi disperati, da adottare e poi da infilare in collegi iper-riservati dalla retta altissima, per non vederli mai più): "Le altre ragazzine a tredici anni si vedono magari regalare il loro primo reggiseno. Mia madre si è offerta di farmi fare il mio primo diaframma su misura."
Ma Madison è grassoccia e bruttina, profondamente insicura di sé, e per giunta completamente impreparata ad essere morta. Per di più, i suoi genitori l'hanno cresciuta nell'ateismo più completo, dicendogli che le religioni erano tutte fandonie. E adesso, invece, eccola lì, all'inferno, con demoni storici che se ne vanno in giro a smembrare la gente morta, gente alla quale gli arti ricrescono in modo da poter essere smembrati di nuovo. Si ritrova in una cella sudicia, e nelle celle vicine alla sua, un quartetto che, con lei compresa, ricorda decisamente il gruppo di Breakfast Club: oltre a lei, la bruttina insicura, il punk, l'atleta idiota, il nerd e la reginetta del ballo. E' insieme a loro che Maddy inizia una specie di tour dell'inferno, che le riserverà una sorpresa dietro l'altra, non ultima la vera ragione della sua morte.

L'autore ha descritto questo sua ultima fatica come "se L'eterna primavera della speranza - Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank avesse un figlio con Amabili resti, e questo fosse cresciuto da Judy Blume" (spieghiamo meglio: Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank è uno dei quattro racconti che compone Stagioni diverse di Stephen King, e per farla ancora più semplice è il racconto dal quale è stato tratto il film Le ali delle libertà; Amabili resti è il libro di Alice Sebold dal quale è stato tratto l'omonimo film di Peter Jackson; Judy Blume è una scrittrice statunitense specializzata in libri per ragazzi, e questo Dannazione si basa, liberamente, sulla struttura del suo Are You There God? It's Me, Margaret). A parte l'esplicito riferimento/citazione a The Breakfast Club, già citato nel riassunto della trama, se non avete letto Dannazione dovete provare ad immaginarvi il solito Palahniuk (A parte la faccenda delle api e degli uccellini - e il tea-bagging, l'anilingus e il tribadismo - i miei genitori sulla morte non mi hanno mai insegnato nulla. Mio padre al massimo mi tormentava perché usassi creme idratanti con protezione solare e mi passassi il filo interdentale. Se una qualche percezione avevano della morte, era solo nelle sue espressioni più superficiali, come le rughe e i capelli grigi delle persone molto anziane e prossime alla loro scadenza naturale.), col suo stile caustico, irriverente, irrispettoso e a dir poco scabroso, alle prese con una sorta di parodia dell'Inferno di Dante (e, non ci crederete, ma è capace di scrivere cose come Il mio esercito torna a compattarsi, e da dietro le porte sbarrate s'ode un inconfondibile suono di chiavistelli e catene. Per frazioni di grado, fessure ampie quanto un capello, i due ponderosi cancelli cominciano a dischiudersi, offrendo scorci dell'interno del quartier generale. Alle mie spalle, i fragorosi soldati corrono avanti per issarmi sulle loro massicce spalle assassine e trasportarmi, vittoriosa, nella cittadella assediata, solo che prosegue immediatamente con Le mie orde cominciano a razziare i forzieri di dolciumi dell'oltretomba. A saccheggiare quei tesori di monete di cioccolato, pastiglie all'eucalipto e caramelle frizzanti.). E c'è da dire che il risultato è molto divertente, meno agghiacciante di quanto un lettore affezionato si possa attendere da Palahniuk, ma quasi spassoso, senza per questo rinunciare ad una lettura caustica della cultura americana, e ad una sempiterna presa in giro dei suoi perenni clichés. Non siamo ancora tornati sui massimi livelli, ma direi che stavolta non c'è neppure da lamentarsi troppo.

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