No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120529

Sin destino

Blackthorn - di Mateo Gil (2011)


Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: maddé, so' sempre vivi i cauboi?

Butch Cassidy, noto criminale statunitense attivo a partire dagli ultimi anni del 1800, è ufficialmente morto nel 1908 in Bolivia. Sono in molti, però, a ritenere che la sparatoria in cui si dice sia morto, sia stata una messa in scena, per poter vivere in pace. Blackthorn parte appunto da questo assunto, e, se da una parte ci mostra cosa successe dopo la messa in scena della morte, dall'altra ci racconta, tramite flashback, la maturazione della partenza di Cassidy, Sundance Kid ed Etta Place verso il Sud America, ed i primi tempi in quel continente, fino alla morte di Sundance ed il ritorno di Etta negli USA. Proprio lì sta la ragione per la quale un ormai vecchio e stanco Butch Cassidy, che adesso si fa chiamare James Blackthorn, decide di lasciare il suo buen retiro in Bolivia, e tornare negli Stati Uniti.

Il western non muore mai, e, anche se di Sergio Leone ce n'è uno solo, quando è ben fatto intrattiene a dovere. Se poi dietro c'è pure una storia curiosa e buoni attori, ben venga. Questa co-produzione tra Spagna, USA, Bolivia e Francia, diretta (con buona mano, bisogna riconoscerlo) dallo sceneggiatore di molti film diretti da Alejandro Amenabar, Apri gli occhi (poi rifatto da Cameron Crowe come Vanilla Sky), Tesis, Mare dentro, Agora, e pure dell'interessantissimo El método di Marcelo Pineyro, risulta avvincente, anche se un po' pesante, nonostante non arrivi alle due ore, e mette sullo schermo un cast internazionale, variegato, non di super-stelle ma ugualmente interessante, e lascia spesso senza fiato per come riesce ad usare le location, tutte boliviane (La Paz, Potosì, Uyuni), riprese in maniera suggestiva e fotografate benissimo. Forse qualche passaggio di troppo tra i due piani temporali, e una storia davvero intricata, ma alla fine si lascia vedere senza troppi problemi. Butch Cassidy/James Blackthorn da vecchio è interpretato da un sempre ottimo Sam Shepard, ancora in grande forma; da giovane, nei flashback, è affidato nientemeno che a Nikolaj Coster-Waldau, attore danese che nell'ormai lontano 1994 fu lanciato a livello internazionale dal culto (danese, appunto) Nightwatch (in Italia fu ovviamente chiamato Il guardiano di notte), e che attualmente interpreta Jaime Lannister nel superbo Game of Thrones (in Italia, Il trono di spade). Eduardo Noriega (Apri gli occhi, La spina del diavolo, El método, Tesis), compagno di avventure spesso del regista, è Eduardo Apodaca. La faccia scavata di Stephen Rea, indimenticabile ne La moglie del soldato di Neil Jordan, è Mackinley, ma la sorpresa più grande che ho avuto, guardando questo film senza saperne più di tanto, è stata la presenza della sempre deliziosa Magaly Solier nei panni di Yana. Per chi si ricorda Il canto di Paloma, era la protagonista, Fausta, e recitava anche nel precedente film della stessa regista, Madeinusa. Il film nella versione originale alterna l'inglese allo spagnolo, com'è giusto che sia. Inedito in Italia.

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