No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120426

Barry


Barry Lindon - di Stanley Kubrick (1976)

Giudizio sintetico: capolavoro estetico (4/5)
Giudizio vernacolare: popo' di storia

Verso la metà del 1700, in un piccolo e sperduto dell'Irlanda, Redmond Barry, un giovane di bella presenza ma di umili origini, si innamora della cugina Nora Brady. Ma al passaggio di un reggimento di truppe del Regno Unito, la famiglia di Nora la spinge tra le braccia di uno degli ufficiali, il capitano John Quinn. Redmond non si dà per vinto, offende in pubblico il capitano, lo sfida a duello e lo ferisce a morte. Spinto dalla madre, fugge verso Dublino in sella ad un cavallo, con in tasca alcune ghinee d'oro. Comincia così l'avventura della vita di Redmond Barry, che si arruolerà nell'esercito, girerà l'Europa, riuscirà ad acquisire un titolo nobiliare, conoscerà grandi vette di agiatezza e poi...

Barry Lindon è uno dei capolavori di Stanley Kubrick, liberamente tratto dal romanzo Le memorie di Barry Lindon di William Makepeace Thackeray, pubblicato per la prima volta nel 1844. Una storia avvincente, toccante, perfino divertente nella sua drammaticità grottesca, ascesa e caduta di un uomo comune, capace di nefandezze in un mondo ancor più meschino e arrivista. Certo, gran parte della spettacolarità del film, della durata di tre ore e diviso in due grandi capitoli, è dovuta al senso dell'inquadratura superbo, ispirato stavolta più che mai alla pittura, nello specifico quella dei paesaggisti del 1700, e alla particolarissima fotografia, curata da Kubrick stesso insieme al suo collaboratore John Alcott (con lui già in 2001: Odissea nello spazio e in Arancia meccanica, e che lo seguirà anche con Shining). Kubrick cercò più possibile di girare con luci naturali, candele e lumi a olio per gli interni, e si dotò di lenti Carl Zeiss pare studiate per la NASA, oltre a nuove telecamere della Panavision. Il risultato è, come detto, superbo, frutto naturalmente anche di un periodo di riprese molto lungo. Non è da meno la direzione degli attori: quasi impossibili da dimenticare le prove dei due protagonisti, Ryan O'Neal nei panni di Redmond Barry/Barry Lindon, e la ancora oggi splendida (se avete visto Io sono l'amore ve ne sarete resi conto) Marisa Berenson (Lady Lindon), che, pensate un po', tanto per raccontarne una delle tante che si dicono su Kubrick, fu costretta dal regista a stare lontana dal sole nei mesi precedenti la produzione per acquisire il pallore tipico di quel periodo storico.
Film che richiede naturalmente un minimo di impegno, per la durata ed il ritmo non travolgente, ma che è obbligatorio per un qualsiasi amante del cinema.

4 commenti:

cipo ha detto...

...e, se posso permettermi, azzeccatissima colonna sonora (con brani tutti pre-esistenti, di Bach, Handel, Vivaldi e altri grandi compositori del passato) - non trovi?

jumbolo ha detto...

decisamente. sai che spesso mi dimentico di dire qualcosa sulla colonna sonora? non so come mai.

mazza ha detto...

film che qualcuno ti ha prestato mi viene da aggiungere :D

per tutto il resto concordo. l'idea che un codardo/disertore arrivi quasi a diventare Re è di per se sublime.

bella lì

cipo ha detto...

Può essere che quando la colonna sonora si inserisce così bene nella tram del film ce ne accorgiamo meno? cioè, piuttosto che risaltare in se' rafforza l'impatto della cinematografia.