No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120319

first sun, first love

Martedì scorso, approfittando di un giorno di ferie "di strascico" che mi ero preso (dal mercoledì precedente, che avevo usato per "salire" a Milano, per poi partire il giovedì alla volta di Istanbul - si, ok, ve ne parlerò, prima o poi - e tornare domenica, rimanere la notte a Milano, e scendere di nuovo verso sud il lunedì mattina), vista la splendida giornata, mi sono alzato presto, mi son visto gli episodi "persi" in quei giorni delle serie che seguo, sono andato in piscina verso le 13,00, e poco prima delle 14,00 ero in spiaggia, in costume (pantaloncino da mare, il costume non lo uso più da anni), a prendere il sole; ho fatto perfino un tuffo in mare (l'acqua era freddissima). Fuori stagione mi piace andare a Marina di Bibbona: la sabbia è vera (e non "riportata", come al paesello), la spiaggia è lunga, c'è pochissima gente, basta camminare un po' dopo aver parcheggiato l'auto. Il primo sole, come ormai avrà capito chi di voi legge il blog ogni giorno, è una di quelle piccole cose che per me rappresentano un passaggio simbolico, anche se non sono uno che d'inverno va in letargo e che preferisce l'autunno. E' una di quelle cose che ti piacerebbe condividere, ma che se sei solo devi abituarti a "festeggiare" per proprio conto, e questo ti deve bastare. Mi è bastato, me la son goduta.
Non so neppure perché vi racconti questa cosa, che magari ve lo potete pure immaginare, conoscendomi un po'. Vista l'ora "strana", mentre tornavo ad andatura lenta verso il paesello, alla radio c'era questo programma splendido, Io sono qui, di Matteo Caccia, una voce simpatica, brillante, che esprime concetti semplici, condivisibili, spesso profondi. L'argomento del giorno era il primo amore, più o meno. Il titolo era, per la precisione, La leggerezza dell'amore. Si leggevano dei racconti degli ascoltatori, alcuni bellissimi, e i commenti. I primi amori, spesso ad un'età nella quale non si capisce quasi niente, nonostante appunto la leggerezza, sono totalizzanti, sono esperienze che ti cambiano la vita, che ti rimangono in mente (che poi, magari è il secondo, o il quarto, che ti rimane in mente) per sempre. Ascoltavo questi racconti, mi passavano davanti delle immagini, il mio amore per quella biondina a 11, 12 anni, quella che adesso fa la poliziotta e che avevo visto proprio pochi giorni prima al Commissariato, dove ero andato a far timbrare il passaporto e lei mi aveva salutato sorridendo, lei che una notte mi fermò, di pattuglia, alle tre, e rideva mentre faceva finta di controllare i miei documenti, e poi le cose mi si sono confuse in testa e mi sono passate davanti quasi tutte. Ascoltavo le riflessioni del conduttore del programma, e mi sono trovato a pensare che, a 46 anni, quelle poche volte che mi capita di innamorarmi di nuovo, forse perché le donne di cui mi innamoro hanno questo bruttissimo vizio di non corrispondermi, lo faccio sempre come se fosse la prima volta, e ogni volta mi perdo nel mare dei sentimenti, ed ogni volta annego, ed ogni volta resuscito, magari boccheggiando, annaspando, e poi pian piano il ritmo del mio respiro torna normale. O quasi.
E poi mi sono accorto che stavo piangendo. Moderatamente.

6 commenti:

massi78 ha detto...

Now is the winter of our discontent made glorious summer by this sun of York - Ecco l'inverno del nostro scontento si è mutato in gloriosa estate sotto questo sole di York.

Così comincia il Riccardo III di Guglielmo Scuotilancia.

jumbolo ha detto...

dove "scuotilancia" è una chiara allusione all'arnese...

cipo ha detto...

Bel post davvero.

jumbolo ha detto...

grazie :)

Samuele ha detto...

Radio 24?
Se si, la stavo ascoltando anche io.

jumbolo ha detto...

si radio 24. non l'ho scritto nel post ma il link riporta al sito.