No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20111207

mammut



Mammoth - di Lukas Moodysson (2009)


Giudizio sintetico: si può perdere (1/5)

Giudizio vernacolare: chi ha 'vaini la rimedia



New York. Leo ed Ellen Vidales sono una coppia invidiabile. Belli, ricchi, di successo nei rispettivi lavori, una figlia di otto anni sveglia ed intelligente, un superattico in una bella zona. Leo è un creatore di siti web, e deve recarsi in Thailandia solo per firmare un contratto da milioni di dollari. Ellen è una chirurga del reparto urgenze, che sopporta volentieri turni lunghi, spesso notturni, ritenendosi soddisfatta nel salvare vite umane. Naturalmente, con questo tenore di vita e questo tipo di impegni, hanno una babysitter tuttofare a tempo pieno: Gloria, una filippina che ha lasciato in patria due figli piccoli, che vivono con la nonna, soffrendo l'assenza della madre. Jackie, la figlia di Ellen e Leo, pur assendo amorevole ed affettuosa con i genitori, a lungo andare si affeziona molto a Gloria, e preferisce passare il suo tempo con lei. Mentre Leo si sta annoiando in Thailandia, ingannando il tempo visitando luoghi incantevoli, rifiutando offerte di sesso a pagamento di donne spesso molto belle, Ellen si rende conto che stanno perdendo il contatto con la figlia, e cerca di rimediare. Nel frattempo, Leo si affeziona a Cookie, una giovane prostituta thailandese, che all'inizio paga per non fare sesso, né con lui né con altri, e si sente in dovere, appena possibile, di fare qualcosa per chi ha meno, con tutti i soldi che guadagna. Finché...






Potenzialmente, questo film doveva essere eccezionale. Un regista grintoso e pieno di idee (ero rimasto al suo folgorante debutto Fucking Amal, uscito in Italia nel 2000), una coppia di attori principali bravi e sulla cresta dell'onda, spesso bravi nello scegliersi i copioni. Mi metto dunque alla visione con le migliori intenzioni, sperando di assistere ad un bel film. E invece, mi ritrovo ad assistere a due ore abbondanti di una noia mortale. Come ho letto da qualche parte, Moodysson, su 125 minuti di film, ce ne impiega almeno 100 prima di arrivare al turning point: voleva essere sicuro che avessimo capito bene che tipo di coppia sono i Vidales? Oltre a questo, la conclusione è inesistente, il film è pachidermico, come il suo titolo, non decolla mai (a dire il vero, per rimanere sulla similitudine aerea, mi è sembrato che non sia arrivato neppure sulla pista di rullaggio), e neppure gli sforzi di Michelle Williams (Ellen) e Gael García Bernal (Leo), qui peraltro non in una delle loro prove migliori, riescono a risollevarlo un minimo. Tentativo davvero mal riuscito di lezioncina morale.

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