No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20111119

madre


Stabat Mater - di Tiziano Scarpa (2008)

Nel corso del 1700, a Venezia, Cecilia, orfana, 16 anni, vive da quando la madre l'ha abbandonata, all'Ospitale della Pietà. E' una ragazza sveglia, dotata musicalmente (le orfane suonano gli archi o cantano, ed è don Giulio, un vecchio prete, che insegna e scrive musica per loro), che soffre enormemente di essere stata abbandonata. E' così che, anche a causa dell'insonnia, comincia ad appartarsi di notte, ed a scrivere lettere alla madre mai conosciuta. L'insofferenza di Cecilia si fa sempre più grande, ma non conoscendo niente del mondo, non ha neppure idea di come rimediare al suo stato d'animo.
Don Giulio, però, è troppo vecchio per continuare, e allora, all'Ospitale arriva don Antonio, che di cognome fa Vivaldi, a prendere il suo posto. Don Antonio ha metodi nuovi, quasi sconvolgenti, lascia che le allieve conoscano il mondo esterno, anche se pochissimo, scrive musica entusiasmante, che piace a chi la suona ma soprattutto a chi la ascolta, e capisce benissimo che Cecilia è la migliore.

Romanzo fanta-storico di Scarpa, da molti segnalatomi come uno dei migliori autori italiani (e del quale ho scelto questo libro, come suo primo per me), che coniuga così il suo amore per la sua città natale, e quello per la musica. E' il primo ad ammettere volontarie inesattezze storiche, nella nota conclusiva, e dà vita ad un romanzo secco, addirittura sincopato nella prima parte, dove la protagonista butta giù i suoi pensieri, soprattutto verso la madre, e nella seconda descrive un combattuto rapporto di odio e ammirazione verso don Antonio, creando una interessante disamina del lavoro di Vivaldi.
La scrittura, forse proprio perché secca, piena di dialoghi o di soliloqui della protagonista, e affascinante nella ricostruzione storica, ma non pienamente coinvolgente, almeno per quanto mi riguarda.

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