No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20111106

editoriAle


Vediamo se riesco ad articolare un discorso che abbia un filo logico, commentando le ultimissime notizie. Vorrei anche esprimere un concetto ardito, magari in conclusione.

Dunque, alluvione a Genova. Annunciata, prevista, eppure sono morte sei persone. Adesso si cercano le colpe. Mi sembrano piuttosto chiare (incluse le "nostre", quelle derivanti dal mancato rispetto del territorio, territorio che violentiamo continuamente col cemento), ma ovviamente anche il colpevole più "immediato" (il sindaco di Genova) le respinge. Se pensiamo che l'alluvione toscana del 1966 fece 34 vittime, mi pare evidente che stiamo regredendo, a livello di prevenzione. Anche se di sicuro c'è andata meglio della Thailandia: almeno qui non c'è il rischio coccodrilli.

Allargando lo sguardo, la situazione Italia. Non credevo, ma Silvio Berlusconi è proprio alla frutta. E fa anche un po' tenerezza, ascoltandolo descrivere un Paese inventato: "Gli italiani vivono in un paese benestante, i consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, si fatica a prenotare un posto sugli aerei". Naturalmente, non sapendo come giustificare questo paese delle meraviglie mentre tutto intorno, c'è un mondo intero che soffre la crisi economica, non gli è rimasto altro che dare la colpa al vecchio nemico: l'Euro, tanto odiato: "Siamo consapevoli che da quando c'è l'Euro si sono verificati impoverimenti di una fascia importante della popolazione italiana. Prima chi guadagnava due milioni al mese stava bene. Oggi con mille euro è difficile mandare avanti una famiglia. Con 80 euro si torna dal supermercato con un carrello che non contiene molte cose". Chissà chi è il suo ghost writer. Ogni commento è superfluo. Il distacco tra la realtà e quest'uomo è conclamato, e piuttosto grave se si pensa che, sempre quest'uomo, è Presidente del Consiglio dei Ministri.
Naturalmente, tutto questo è ovviamente descritto alla perfezione da chi ci osserva da fuori. Il titolo, ma soprattutto il contenuto, dell'articolo del Financial Times, quotidiano, come saprete vicino al PCUS, riassume il pensiero logico degli italiani normali: in nome di Dio, dell'Italia e dell'Europa, vattene!
Dopo lo slancio di tenerezza verso Silvio, due risate me le ha fatte fare pure l'ottimo Giuliano Ferrara, che come sempre è capace di unire lucida analisi politica ad enormi sfondoni involontariamente autoironici: "Tremonti è una salamandra che passa attraverso il fuoco, era socialista, è diventato liberista, è antifiscale leghista e un po' antimercatista e anticapitalista. Era del Patto Segni, poi passò con Berlusconi, era contro le banche e con le banche. E' una personalità fortemente disturbata e fa un calcolo cinico sbagliato, che lo porterà alla sconfitta. Il calcolo è rimanere in piedi nelle macerie dell'esperienza Berlusconi". Detto da uno che era comunista, figlio della segretaria di Togliatti, partecipante agli scontri di Valle Giulia, poi socialista craxiano e, a suo dire, confidente retribuito della CIA, poi ministro per Berlusconi, attivista antiabortista dopo essere stato consenziente (per tacito assenso) a tre aborti da parte di tre compagne in gioventù, beh, fa davvero ridere. Meno male che una cosa giusta l'ha detta: l'esperienza berlusconiana ha lasciato solo macerie. E' importante che uno che ha fatto il ministro con lui lo riconosca.

Concludiamo col concetto ardito annunciato, e una riflessione breve sulla situazione europea. In Grecia la situazione è fluida, e l'opposizione ha rifiutato di entrare nel Governo di Unità Nazionale proposto dall'attuale premier socialista (il povero Papandreou, che sta scontando le bugie del "collega" Costas Simitis). Provando ad estrapolare il tutto, e a dare uno sguardo dall'esterno (anche sull'Italia), è abbastanza chiaro che l'Europa sta tentando di pilotare la politica greca, italiana, come ha fatto con quella spagnola e portoghese. Io credo che a questo punto, bisognerebbe osare ancora di più, nonostante non sia esattamente d'accordo sul fatto di seguire ciecamente i dettami del Fondo Monetario Internazionale. Osare di più, a mio parere, vuol dire che proprio perché siamo in crisi, è l'ora di unire l'Europa politicamente. Riflettere, e pensare a un gruppo di nazioni che siano governate da un esecutivo eletto trans-nazionalmente. Fare come con l'Euro: chi ci sta bene, chi non ci sta rimane fuori; ma immaginatevi anche solo un nucleo formato da Germania e Francia, magari con Olanda, Lussemburgo e perché no, Belgio e Austria. Gli altri farebbero la coda per entrare. Le nazioni originarie conserverebbero un'autonomia simile a quella federale dei vari stati degli USA. Perché no? Ma chi avrà questo coraggio? Ci vuole un grande politico. Di certo, non sarà un italiano. Rassegnamoci: non abbiamo questa grandezza.

11 commenti:

scoppe ha detto...

Bravo!!

jumbolo ha detto...

grazie, grazie!

Filo ha detto...

Mi sembra un'ottima idea. Troppo bella perché si verifichi.

massi78 ha detto...

Europa davvero unita si, si , e ancora si.
Magari già che ci siamo diamoci una sola fottutissima lingua.

Certo si tratta di utopie e solo il problema appunto della lingua ti fa capire quanto siamo lontani dal realizzare tale progetto.

Grazie, bell'editoriAle.

jumbolo ha detto...

Certo, troppo bella, come quando dissi che si doveva allargare l'area dell'Europa Unita al Maghreb. Io credo che un politico con la P maiuscola deve volare alto, deve pensare alla prossima generazione. E quindi dovrebbe pensare a cose come queste. Quando alcuni, tra i quali qualche italiano, pensarono alla Comunità Europea, era una grande idea, da molti considerata un'utopia. Quindi dico che bisogna stimolare pure i voli pindarici.

Sulla lingua, completamente d'accordo. In teoria, ci sarebbe già l'inglese, in molti paesi europei ormai parlato quasi come la madrelingua. In Italia, per quello che vedo, siamo indietro. Una delle cose che ormai ha imparato a dirsi da solo mio nipote (che è adesso in seconda elementare) è "a inglese sono duro". Quello che gli insegnano non mi pare abbastanza. Secondo me in seconda elementare si dovrebbe già fare attenzione alla pronuncia, e riuscire ad articolare frasi semplici. Invece, magari proprio perché è duro, magari perché non gli dedicano abbastanza tempo, non è così.

massi78 ha detto...

Si ale, non avevo voglia di fare un commento più lungo del pot, ma concordo sul fatto che un politico capace dovrebbe essere lì proprio a proporre progetti ambiziosi ed utopistici, altrimenti stiamo a fare la muffa.

Sull'inglese hai ragione, è proprio l'atteggiamento che descrivi di Alessio che ci lascia indietro. Non fraintedermi, evidente che lui non ha colpe, un bimbo di quell'età non si mette da solo in testa di "essere duro" e soprattutto non è duro a priori. E proprio l'età in cui hanno l'elasticità per imparare tutto.
Diciamo chè c'è un generico lassismo (si parla per generalizzazzioni eh) che permette all'atteggiamento "sono duro" non solo di sorgere immotivato, ma anche di essere più che accettabile.

jumbolo ha detto...

agree

cipo ha detto...

leggo solo ora, son parecchio d'accordo sia col post che coi commenti. Ma mi chiedo anche: quante maestre sono davvero in grado di insegnare l'inglese?

jumbolo ha detto...

anche qui sta il punto. ho sentito dire che molte sono insegnanti "normali" alle quali viene fatto un breve corso. e qui si dimostra ancora una volta che ci facciamo del male con le nostre stesse mani....e pensare che insegnanti preparate in inglese ce ne sono....

Anonimo ha detto...

Un abbraccio a Ale e 3 commenti alla rinfusa:
1 in Belgio e Olanda ci sono uno sfottio di canali con sottotitoli da Inglese a Fiammingo, Francese e/o viceversa. Parlan TUTTI 3 lingue almeno. Bene.
2 Per imparà una lingua davvero niente di meglio che andà laddove la si parla. Mi mangio i gomiti che quand'ero giovane io un c'era la Ryanair. Caricate bimbi e nepoti sull'aerei, fategli del bene.
3 Fatelo presto. Da intorno ai 40, si fa una fatica a imparare le lingue nemmen Sisifo
Danne

jumbolo ha detto...

bello danne!