No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20111026

un metodo pericoloso


A Dangerous Method - di David Cronenberg (2011)

Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: la potta è sempre andata di moda, av'a ragione froidde

Agli inizi del 1900, la psicoanalisi, fondata dall'ebreo austriaco Sigmund Freud, è ancora una scienza medica considerata nebulosa, e addirittura eretica. Il giovane svizzero Carl Jung è affascinato dalla figura di Freud, e all'istituto psichiatrico di Zurigo, dove esercita, il Burgholzli, mette in pratica la dottrina del maestro. Una delle sue pazienti, un'ebrea russa chiamata Sabina Spielrein, sofferente di una grave forma di isteria, trae un enorme giovamento da questo tipo di cura. Sabina non solo guarisce, ma incoraggiata da Jung, che dapprima la assume come assistente, si appassiona alla medicina, e alla psicoanalisi, tanto da laurearsi nel 1911, sette anni dopo essere stata ricoverata al Burgholzli. Jung, subito dopo aver preso in cura Sabina, inizia una corrispondenza con Freud, nel 1906, che li porterà alla conoscenza di persona l'anno seguente, e ad una proficua collaborazione. Freud, confidando in Jung, gli affida per un periodo un paziente, in realtà anche lui medico, particolarmente furbo e attivo, Otto Gross; quest'ultimo, nel corso dei colloqui con Jung, sembra convincerlo ad assecondare le proprie pulsioni sessuali verso Sabina (la tagline italiana del film, "perché negarsi ciò che si desidera?"). Sabina già da tempo lasciava intendere un profondo interesse sentimentale verso Jung.
Quando Jung cede, e fa di Sabina la sua amante, il rapporto con Freud comincia ad incrinarsi.

Diciamolo apertamente: questo A Dangerous Method è un'occasione sprecata. Capita anche ai migliori, evidentemente. La storia (del cinema) insegna: nessuno è perfetto. Tutti quanti, ma proprio tutti, anche quelli che magari di Cronenberg hanno visto pochi film, si aspettavano grandi cose da questa storia, potenzialmente devastante, anche solo visivamente. Purtroppo, il risultato di questa sceneggiatura di Christopher Hampton (che adattò Le relazioni pericolose, prima per il teatro e poi per il cinema, e ultimamente anche Espiazione, solo per il cinema), che dal libro A Most Dangerous Method di John Kerr aveva già tratto una piéce teatrale, nel 2002, non è altro che una patinata ricostruzione storica, che non ha niente di più rispetto ad un Ivory qualsiasi, solo appena appena più malato.
Il cast, che ha subito alcune defezioni, è più positivo che negativo. La prova più debole è senza dubbio quella di Michael Fassbender, che veste i panni di Jung. Lo perdoniamo: è la prima volta che lo vedo a disagio con una parte, e magari non è tutto dipeso da lui. Keira Knightley aveva forse il compito più difficile, quello di interpretare Sabina Spielrein, e con una parte così risulta davvero difficile non recitare sopra le righe. Trovo che la sua prova sia tutto sommato da ritenere più che sufficiente. Ottimo, aiutato forse sia dal personaggio, sia dal minutaggio ridotto, Vincent Cassel nella parte di Otto Gross: quando Cronenberg si sveglierà dal torpore che lo ha avvolto per la realizzazione di questo film, dovrebbe ricordarsi di lui.
Al grande Viggo Mortensen toccava la parte di Freud, rifiutata da Christoph Waltz (pensate, a favore di Come l'acqua per gli elefanti), e, pare, anche da Kevin Bacon. Qualcosa mi dice che, nonostante la non riuscita del film, senza Viggo sarebbe potuto essere pure peggiore.
Davvero un peccato. L'unico sussulto non si ha, come potreste erroneamente credere, con le rare scene di sesso sadomaso tra Jung e Spielrein, bensì quando la Spielrein stessa confessa in che modo, da piccola, tratteneva la cacca. Con un Cronenberg in forma, questo era un assist da trasformare in rete, con ovazione finale. Non è stato così.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

"Prendimi l'anima" film di Roberto Faenza racconta la storia della Spielrein e Jung. Da confrontare con questo, che ancora non ho visto.
Tra l'altro nel film di Faenza c'e' Emilia Fox che ho tanto apprezzato in "Orgoglio e Pregiudizio" serie BBC degli anni 90!

Anna dai capelli Rossi

exit ha detto...

Tra l'altro: perché poi non hanno tradotto il titolo? Mah, vai a capire i misteri della distribuzione...
E poi: nelle didascalie a fine film, Jung viene definito "il più grande psicologo del mondo". Ma ti prego...

jumbolo ha detto...

@Anna: Prendimi l'anima lo vidi a suo tempo, lo ricordo vagamente come abbastanza soporifero, parecchio complesso, sicuramente con meno mezzi e naturalmente, meno gusto visivo. Ovviamente, sono impressioni, ricordi.
@Exit: ma naturalmente perché potessi tradurlo io nel titolo del post, che domande!

jumbolo ha detto...

ah, e a proposito...ma che fronte c'ha la keira?!?!? coi capelli tirati su sembra una mongolfiera!! orrore!!

exit ha detto...

La Keira è ridicola per gran parte del film. Mi disturba poi come si sono sforzati di farla sembrare fisicamente un'ebrea, in netta contrapposizione con la moglie bionda, eterea e ariana di Jung. Una banalizzazione estetica imperdonabile.
Una delle cose che salvo del film - oltre a Cassel e Mortensen - sono le camicette di pizzo della Keira. Mi contorcevo sulla poltroncina per l'invidia...:)

jumbolo ha detto...

ho letto attentamente, come sempre, quello che hai scritto sul film sul tuo blog, quindi anche la roba delle camicette :)
ecco, sta cosa dell'ebrea non la capisco, nel senso, in che cosa esteticamente, secondo te, ti pare che abbiano esagerato alcuni tratti di Keira per farla sembrare ebrea? Mi interessa, io purtroppo a volte mi faccio sfuggire particolari del genere.
A me, come ho scritto, non mi è dispiaciuta la sua prova, è sopra le righe ma le è richiesto dal personaggio, quantomeno all'inizio.
Altra cosa senza importanza, a proposito di Viggo...quando ho letto, in un commento du imdb, che la sua parte sarebbe stata proposta prima a Kevin Bacon, ho pensato, con un certo orrore, a quanto sarebbe stato brutto sto film col duetto bacon/fassbender (e non perchè bacon/fassbender non abbiano recitato bene certi film, ma perché probabilmente questo film avrebbe avuto bisogno di ben altro per risultare bello o quantomeno interessante...).
si fa per chiacchierare, che sono muto in questi giorni e quindi mi sfogo scrivendo

exit ha detto...

Mah, non so se sia solo una mia fissa: mi è sembrato però che il make-up inflitto a Keira tendesse a enfatizzare certi tratti somatici, certe caratteristiche - giochi d'ombra sul viso, gli zigomi pronunciati, lo sguardo scuro, infossato, malinconico - per ricreare il cliché della fisionomia ebraica. In questo senso dico che si è trattato di una banalizzazione, una enfatizzazione per nulla necessaria. Mi è parso che si volesse creare anche visivamente il contrasto fra la bruna peccaminosa e la bionda angelica. Ma, ripeto, magari sono io ad essere...esteticamente ipersensibile :)))

P.S. Perché sei muto? Se si può sapere, ovviamente.

jumbolo ha detto...

ha detto la mia dottora che ho preso fresco, ho delle placche in gola...sto prendendo delle medicine...ma parlare mi crea un dolorino alle corde vocali....magari ho trovato il modo per farmi venire la voce di tom waits...