No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110908

Feeling Minnesota



Due mariti per un matrimonio – di Steven Baigelman (1998)



Giudizio sintetico: si può perdere (1,5/5)
Giudizio vernacolare: ma più volentieri lavo la macchina


Minnesota. Freddie è una spogliarellista che, costretta da Red, il suo capo, sposa Sam Clayton, il tesoriere di Red. Red ha dei traffici loschi, e Sam sta cercando di fregarlo. Per il matrimonio, si presenta a casa Jjaks, il fratello più piccolo di Sam, e Freddie sembra subito innamorarsene. I due fuggono insieme, ma vengono subito raggiunti. E’ solo la prima di una serie infinita di disavventure.

Il motivo per cui ho deciso di vedere questo film, che fa sinceramente pena nonostante il cast ricco (Keanu Reeves, Cameron Diaz, Vincent D’Onofrio, Delroy Lindo, Dan Aykroyd, Courtney Love), è semplice per me, ma può apparire contorto a chi legge. Nonostante il titolo italiano, l’originale è Feeling Minnesota; è ispirato ad un verso di Outshined, memorabile pezzo dei Soundgarden dall’album altrettanto indimenticabile Bad Motorfinger (1991), dove Chris Cornell usa una metafora particolarmente poetico-nazionalista (perché usa due Stati dell’Unione), per definire lo stato di un soggetto che “fuori appare bello, felice e solare, ma dentro, in realtà, sta di merda” (I just looked in the mirror, things aren’t looking so good, I’m looking California, and feeling Minnesota). I Soundgarden, infatti, appaiono dei ringraziamenti dei titoli di coda.
Purtroppo, a tale ispirazione, non corrisponde un altrettanto bello spettacolo cinematografico. Vagamente ispirato ai Coen di Fargo, con continui colpi di scena e sorprese varie, nonostante il suddetto cast impegnato, ma diretto così così, il film strappa al limite qualche sorrisetto qua e là, senza davvero mai catturare lo spettatore.
Irrilevante.

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