No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110609

poesia



Poetry - di Lee Chang-dong (2011)


Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)

Giudizio vernacolare: so' strani vesti coreani eh



Incheon, Corea del Sud. Mija è una vecchina ancora abbastanza arzilla, vicina più ai 70 che ai 60, che tira avanti con la pensione, facendo la badante ad un vecchio non autosufficiente, e tentando di crescere il nipote, visto che sua figlia lavora in un'altra città. Si reca all'ospedale per dei dolori, e dopo una serie di analisi le viene diagnosticato un principio di Alzheimer. Si iscrive ad un corso di poesia, ha sempre desiderato comporre poemi, ma non le viene l'ispirazione. Nel frattempo, la città è sconvolta dal suicidio di una giovane, compagna di scuola del nipote.



Avvicinata dal padre di un amico del nipote, Mija scopre che la giovane suicida era stata più volte violentata dal gruppo di ragazzi, e questo fatto l'ha portata a togliersi la vita. L'anziana è sconvolta dal fatto, e non sa come reagire, soprattutto perché, quasi contemporaneamente, altri due fatti la destabilizzano ulteriormente.



Film delicato e complesso questo Poetry, del regista e politico coreano (E' stato ministro alla cultura e turismo nel 2003) Lee Chang-dong, del quale non conoscevo ancora nulla, seppure avesse avuto un certo riscontro anche con i suoi precedenti Oasis e Secret Sunshine.

Grande gusto pittorico per le inquadrature, gusto che si nota prepotentemente fin dalla scena iniziale, un incedere lento ma non noioso, un intreccio che si dipana con parsimonia, e che spesso non lascia intuire dove voglia andare a parare, e una prova di tutto rispetto della protagonista, Yoon Jeong-hee, attrice famosissima in patria, ma ferma da oltre 15 anni.

Forse più forma che sostanza, in quanto i temi introdotti sono molti (Impotenza educativa, etica e morale messa in dubbio da avvenimenti che riguardano persone care, timore della morte ma soprattutto della malattia che ti ruba i ricordi), trattati con quella leggiadria che, a volte, non riesce ad approfondire il tutto; quasi impeccabile dal punto di vista formale.

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