No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110616

marmo


Marble Son - Jesse Sykes & The Sweet Hereafter (2011)

Se non ho fatto male i conti, questo è il quarto full length della band di Seattle, che ruota attorno alla cantautrice (Jesse Sykes) dai capelli alla Pocahontas, e al chitarrista Phil Wandscher (Anche co-fondatore dei Whiskeytown con Ryan Adams). Se teniamo conto che sono colleghi di tour degli Earth e dei Black Mountain, siamo sicuramente dalle parti dei secondi, a livello musicale. C'è da dire che, nonostante siano inseriti nel calderone dello psychedelic folk, il che ci può stare, c'è del sano rock nella musica della Sykes e dei suoi Hereafter, rock che, nei suoi momenti più dilatati, può perfino ricordare i Doors. Certo, Be It Me, Or Be It Done, Birds Of Passerine, Marble Son, sono folk, ma già pezzi come Ceilings High o Come To Mary, li possiamo definire un'americana molto elettrica; ci sono poi cose quali l'opener davvero dilatato (Otto minuti e passa) Hushed By Devotion, Pleasuring The Divine, o Instrumental, dove il lato psichedelico prende il sopravvento, e, come dire, la musica parte per la tangente.
Voce particolare, spesso quasi indefinibile come voce femminile, che contribuisce ad infondere al disco la sensazione di essere sfuggente, difficilmente catalogabile, cosa che spesso rappresenta un pregio, ma che altre volte può essere un difetto.
Diciamo che, in questo caso, siamo esattamente in mezzo al guado.

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