No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110508

stupore



Wow - Verdena (2011)






E' vero, i Verdena non mi sono mai stati troppo simpatici. I loro testi mi disturbano. Secondo me non hanno senso, e se lo hanno, come qualche loro strenuo difensore sostiene, sono invece troppo intellettuali. C'è chi, ad ogni nuovo disco, si stupisce del fatto che la voce venga registrata come "affogata" dentro ai suoni. Continuo a sostenere che lo facciano perché è meglio se le parole non si sentono.



Detto questo, ho tentato di non farmi influenzare da questo presupposto (o pregiudizio) di partenza, per giudicare il nuovo album doppio e mastodontico, recensito entusiasticamente alla sua uscita da pressoché ogni testata che si occupa di musica in Italia, e sospinto da un grande hype, almeno, per quanto possa essere grande l'hype nel nostro Paese. Mi aspettato seriamente di essere sorpreso, tanto da esclamare il titolo del disco, Wow.



La sopresa, in effetti, c'è stata. Sono rimasto sorpreso, e lo dico a distanza di circa cinque mesi dal primo ascolto, da come possano essere state tessute delle lodi così sperticate, a proposito di questo lavoro. I cinque mesi li ho lasciati passare per capire se magari mi fossi sbagliato, se non fossi riuscito ad entrare in empatia col disco, a capirlo.



Niente da fare. Dopo cinque mesi, Wow mi appare ancora come un'accozzaglia di suoni, ritmi, parole a caso, messe lì però con un raziocinio tendenzioso. Si occhieggia già dai primi pezzi a melodie quasi canzonettistiche, nella tradizione italiana [come definire altrimenti le prime strofe dell'iniziale Scegli me (Un mondo che tu non vuoi)?], naturalmente citando a parole Battisti, ma in realtà assomigliando a cose molto più terra-terra, e poi si espande praticamente ogni pezzo con stranezze a caso, dai synth al piano, voci filtrate, mellotron, da pezzi acapella a quelli pseudo-stoner, dal folk alla psichedelia (Seriamente: li hanno accostati ai Pink Floyd. Ma scherziamo?), alle atmosfere beatlesiane. Un disco che non sta in piedi, che sembra un puzzle casuale, che non ha spina dorsale, filo conduttore, trovate voi la definizione che più vi aggrada.



Naturalmente, i critici di professione lo hanno accolto come una roba rivoluzionaria, esaltando i Verdena a band di culto, per i quali l'Italia è stretta. La realtà è che per riuscire ad ascoltare l'intero Wow tutto di seguito, bisogna darsi dei pizzicotti, tagliarsi con i cocci di bottiglia, oppure lasciarsi andare, col risultato che ci si addormenta ed almeno così, il tempo (83 minuti e 26 secondi davvero interminabili) passa più alla svelta.



L'unica cosa che si salva davvero, è il drumming di Luca Ferrari, pestone e massiccio, preciso e decisamente superiore. Un po' poco per un capolavoro.

3 commenti:

massi78 ha detto...

io tempo l'album sull'itunes solo per ascoltare la canzone 2 del dico uno.

da 2'37'' a 3'23''.
poi basta.

toin tin tumba tumba
tu lo sai siamo piume nel ventoooo tumba tumba
ton tin tumba tum
ti prende e non torni più tum tum
ton tin tumba tumba
sarà cheeee tumba tumba
sarà che lamiamentegaloppa tumba tum
ton tin tum tum
e i raggio ormai c'inseguono tumba tumba
tin tumba tuuuu
ummmm tummmmm
bammmm bammmmm

WVS ha detto...

Io AMO Massi :D

Anonimo ha detto...

Mau: ''scusa ma come mai nel posto in cui scrivi parlate così'bene di questo disco chiaramente di merda di un cantante italiano paurosamente in declino continuo da 25 anni?''

Amico di Mau: ''sai quanti lettori in un giorno, dopo che è apparsa sul sito di quello lì?''

ecco perchè i critici a volte scrivono come i sordi nel buio.
mau