No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110402

picchiatrici imberbi


Sucker Punch - di Zack Snyder (2011)

Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)

Giudizio vernacolare: un niel'avrà mi'a commissionato sirvio?


Baby Doll è una ragazzina che uccide la sorellina, subito dopo la morte della madre, per sbaglio: voleva sparare al patrigno, che, scoperto di non essere beneficiario del testamento, vuole costringere le figliastre al silenzio. Il padre la ricovera prontamente in un manicomio, dove stringe un patto con il capo-infermiere, Blue, per non farla uscire mai, e addirittura, farla lobotomizzare per renderla incapace di qualsiasi reazione. La psichiatra del centro, la dottoressa Vera Gorski, non è dello stesso avviso. Ma Baby Doll non è una ragazza come le altre: la sua immaginazione va oltre.


Paragoni con Inception e con Kill Bill; nel background del regista, ormai conosciutissimo, film roboanti come Watchmen e 300, ambiziosi come il remake di Dawn Of The Dead di Romero, eclettici come il precedente Il Regno di Ga'Hoole - La leggenda dei guardiani.

Come potrete vedere leggendo le recensioni, soprattutto quelle di Watchmen e di 300, non sono certo prevenuto, anzi. Non vi insospettirete se vi dico quindi, che Sucker Punch mi è parso una grandissima cagata. Tra l'altro, dev'essere costato un botto.

Il film si sviluppa su tre piani narrativi, che si sovrappongono senza un'apparente motivazione, così, giusto per divertirsi. Belle, grandiose e tutto sommato divertenti (se non fosse per l'aura seriosa che il regista sembra voler dare loro con il personaggio di Wise Man, uno Scott Glenn doppiato roboticamente in italiano) le scene del piano narrativo che chiameremo "videogame", ottime alcune intuizioni di regia (come cita giustamente Daniele Sesti su filmup, la scena degli specchi è ottima), che dà sfogo a tutto il suo funambolismo, invadente oltremodo la colonna sonora, che contribuisce all'impressione secondo la quale si stia assistendo più ad un videogioco che non ad un film.

Le recitazioni a mio avviso lasciano un po' tutte a desiderare, compresa la prova di Oscar Isaac, nei panni di Blue, l'unico che pare metterci un po' più di impegno, ma che non mi aveva convinto neppure in Agora (era Oreste). Inadatta, per contro, Abbie Cornish, che avevo amato in Bright Star.

Fortemente ammiccante l'iconografia: Snyder si è divertito a prendere delle belle ragazze ultraventenni, e a farle sembrare minorenni, vestendole però come in un soft-porno. Le autoreggenti, in Sucker Punch, sono da favola.

Interessantissima, anche se con risultati alterni, la colonna sonora: date un'occhiata qui.

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