No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110404

e sticazzi!


Boris - Il film - di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo (2011)

Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: bbbuciodeculo!

René Ferretti sta girando, con la sua solita troupe, i soliti attori, i soliti assistenti, i soliti tecnici, il solito direttore di produzione, il solito delegato di rete, la fiction televisiva Il giovane Ratzinger. Siamo vicini alla fine, quando ci si impantana con una scena al ralenti, l'ennesima, evidentemente. René si rifiuta di girarla, e Lopez (il delegato di rete) gli dice chiaro e tondo che deve fare quello che gli viene detto. René, stanco di girare spazzatura, dopo tanti anni trova il coraggio, o l'incoscienza, di andarsene.
Dopo alcuni mesi, tutto è cambiato, in peggio. René è nullafacente, senza un soldo, abbrutito e depresso. Lopez è stato "retrocesso" alla sezione film (piena di comunisti!), Sergio (il direttore di produzione) si sta riprendendo dall'infarto che gli è venuto appena René ha lasciato il set, Arianna ha aperto un ristorante ("la ristorazione è l'unica cosa seria in Italia!"), gli altri si barcamenano come possono, tranne Stanis, che è ricco, ma vorrebbe comunque lavorare con René, e Martellone, che sta avendo un successo di pubblico strepitoso, portando in tour il suo one-man-show pieno di tormentoni esclusivamente fatti di turpiloquio.
La situazione però, sembra sbloccarsi quando Sergio mette su una piccolissima casa di produzione, insieme ad un improbabile partner, ed ottiene i diritti di trasposizione per il cinema del celeberrimo libro La casta. Contatta René, e lo convince a dirigere il film. René si mette in cerca di qualcuno che possa sceneggiare il film, partendo dal libro. Dopo una serie interminabile di colloqui, la scelta, visto che il tempo stringe, cade sui soliti tre che hanno sceneggiato praticamente tutti i lavori spazzatura di René per la televisione. La cosa, stranamente pare andare bene, e la sceneggiatura ha un senso. Tutta la troupe festeggia, ma René ha un'altra idea: a parte Sergio, non vuole lavorare con nessuno di loro. E così pare essere. Ma, si sa, mai dire mai...

Partiamo dal fatto che molti fans della serie Boris, vedevano un film tratto dalla stessa, un po' come un tradimento di tutto quello che la serie aveva rappresentato. A conti fatti, non è stato così. E quindi, se pure quelli che hanno aspramente criticato Boris - Il film, sostenendo che non è altro che un episodio extra, solo un po' troppo lungo, hanno una parte di ragione, perché in effetti è anche così, il film diverte, anche con i tormentoni classici della serie, quindi pure con quel turpiloquio che si tende a criticare, ma soprattutto perché non risparmia severe e continue frecciate a cinema e televisione italiana (ma non solo, fateci attenzione), case di produzione, attori, produttori, sceneggiatori, tutti compresi. E chi se la prende, primo non è autoironico, secondo ha la coda di paglia, evidentemente, e ammette che ci sia del vero, in quello che Boris - Il film denuncia.
Se le dinamiche sono prevedibili, soprattutto per chi ha seguito le tre stagioni della serie, l'azione è serratissima, e non si riesce immediatamente a mettere a fuoco tutte le critiche messe in piedi dalle innumerevoli prese in giro. Se questo è un difetto, fate voi.
Come capitava anche con la serie, vi troverete per lungo tempo a rivangare piccoli particolari del film, a riderci e a rifletterci su. Sicuramente non incasserà quanto altre commedie tradizionali, ma anche questo, qualcosa significherà...

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