No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110325

1978


Complici del silenzio - di Stefano Incerti (2009)

Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: ah ma allora vedrai era ir carcio l'oppio de' popoli...

1978: due giornalisti italiani arrivano a Buenos Aires per seguire, per il loro giornale, i Campionati Mondiali di calcio. Sono Maurizio Gallo, piacente, da poco uscito da una storia, simpatie di sinistra, e Ugo Ramponi, pacioccone un po' provinciale, ma simpatico. Inizialmente, si rendono poco conto di quello che sta accadendo in quel paese, soggiogato completamente da una dittatura feroce, ridotto all'impotenza e costretto alla lotta armata. Loro vedono il calcio spettacolo, belle donne, e vita notturna a buon mercato. Ma Maurizio ha due commissioni da fare.
La prima è incontrare alcuni parenti, che non vede da anni; in quella occasione, avrà a che fare con un personaggio quantomeno losco, che ha sposato la cugina, ed è attivamente un collaboratore della Giunta militare. La seconda, per un vecchio amico: egli gli ha dato una busta, da consegnare alla sua ex compagna, argentina, che è tornata al suo paese non sopportando di vederne da lontano lo sfacelo. Maurizio la incontra, e lei, Ana, è bella, magnetica, misteriosa, sensuale. Per lui è un colpo di fulmine, per lei solo l'avventura di una notte. Ana sparisce, e torna nell'anonimato della lotta armata. Maurizio è ormai schiavo d'amore, ed inizia la ricerca spasmodica, disinteressandosi sia del suo lavoro, sia dei rischi ai quali va incoscientemente incontro.

Discreto film per Incerti, purtroppo un clamoroso flop al botteghino, che approccia il dramma argentino con l'espediente più appetitoso per l'italiano medio, il calcio, lasciandolo da parte immediatamente per entrare dritto nella cruda e spietata verità, dopo una relativamente breve "introduzione". Interessante l'espediente della famiglia, che permette al regista da una parte di drammatizzare ulteriormente il tutto, dall'altra di allentare la storia d'amore senza speranza. Finale che qualcuno giudicherà forzato, ma che stringe il cuore in una morsa, e lascia una flebile luce, dopo la tempesta.
La fotografia è indovinata, e la ricostruzione storica fatta attraverso gli abiti e le immagini di repertorio è soddisfacente. La macchina da presa si muove bene, e le scene d'azione, per essere un film italiano, sono sorprendentemente ben fatte.
Il cast è ben assortito, Alessio Boni (Maurizio) se la cava tutto sommato discretamente (magari con un altro attore ne sarebbe uscito qualcosa di più, ma al botteghino sarebbe stato una catastrofe, chi lo sa), Battiston (Ugo) è poco usato e fa da contorno, il cast argentino è quello che risulta la parte migliore. Florencia Raggi (Ana) è brava e bella, Jorge Marrale (Maurizio Senior) probabilmente il più intenso.

Nessun commento: