No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20101111

olimpico


Olympia - Bryan Ferry (2010)


A quattro anni di distanza dall'album di cover di Bob Dylan Dylanesque, torna il dandy per eccellenza, mister Bryan Ferry dalla perfida Albione. Disco di pregiata fattura, levigato ma mai soporifero, con gradevoli ammicchi dance di gran classe, cori angelici, soul bianco e via discorrendo.

Una cover di Tim Buckley (Song To The Siren), una dei Traffic (No Face, No Name, No Number), canzoni scritte insieme a David Stewart (Eurythmics), ma anche con gli Scissor Sisters (Heartache By Numbers), con Andy Cato e Tom Findlay dei Groove Armada (Shameless), con il vecchio amico Phil Manzanera [BF Bass (Ode To Olympia)], contributi strumentali di Andy Mackay, David Gilmour, Marcus Miller, Nile Rodgers, Johnny Greenwood, Steve Nieve, Flea, Brian Eno. E scusate se è poco.

Molti recensori si sono sbilanciati, indicando in Olympia il miglior disco solista di Ferry degli ultimi 30 anni (in pratica il suo migliore, da solista, una sorta di elevazione ai livelli dei grandi lavori dei Roxy Music); io mi limiterò a dirvi che se conoscete il tipo, è un ottimo disco. Se non lo conoscete, e non conoscete neppure i Roxy Music, dopo esservi vergognati mezza giornata almeno, cominciare col conoscere questo può essere un buon inizio di recupero.


PS Per chi se lo chiedesse, si, quella della copertina è Kate Moss. Nella grande tradizione delle copertine di Ferry.

2 commenti:

Filo ha detto...

La prima cosa che ho pensato, vedendo la copertina: non è cambiato di molto lo stile di Ferry.
Cmq ascolterollo.
Graz.

jumbolo ha detto...

dovere