No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100920

discesa agli inferi


Breaking Bad - di Vince Gilligan - Stagione 3 (Sony Picture Television per AMC) - 2010

Ci sarà un motivo, se Breaking Bad continua a fare incetta di premi, ma soprattutto, se continua ad essere additato da fans e critica come una delle migliori serie di sempre. Devo ammettere che, come dicevo nella recensione delle prime due stagioni, io ci ho messo un po' a capirlo. E, forse, sono riuscito a capire perchè non l'ho capito subito (scusate il gioco di parole).
Breaking Bad è ottimo cinema che diventa serie televisiva. Attenzione: è cinema di nicchia, americano ma influenzato da quello asiatico d'essai, e da tutto il meglio (perchè no, anche da quello di Sergio Leone). Attenzione maniacale per i particolari, particolari che diventano protagonisti a discapito dei protagonisti, incipit apparentemente inconcepibili, tempi dilatati (ma non morti, anche qui, attenzione), quasi reali (e qui si torna a quello che dico sempre rispetto ad un certo cinema asiatico: la realtà non è ritratta dal cinema americano da botteghino, che invece per descrivere le storie usa fare gli highlights della storia, la realtà è fatta di tempi morti e di silenzi, di balbettamenti e di gente che non sa cosa dire), sceneggiature ben scritte, splendida fotografia e recitazioni pressoché impeccabili. Non ultima, un'attenzione bastarda ai personaggi di contorno, che alla fine non si riesce più a capire quali siano.
Ancora una volta, lo sterminato mondo della rete mi viene in soccorso, ed ha ragione da vendere TuttoFaMedia nella sua ottima disamina della terza stagione, ma un po' sul senso dell'intero serial Breaking Bad. Una serie sulla dipendenza (da varie cose), oppure come ho schematizzato io più grossolanamente, nel titolo del post, una sorta di "discesa agli inferi" del protagonista, ma non solo. Un percorso che riesce ad ammaliare lo spettatore attento ed esigente, che si ritrova, pensate un po', complice soprattutto del protagonista, ritrovandosi in bilico sulle scelte etiche che Walt (il protagonista, ancora una volta, uno straordinario - o forse è il caso di dire stupefacente - Bryan Cranston) è costretto (ma questa è la sua giustificazione, giustificazione che diventa anche un po' quella dello spettatore) a compiere, per portare avanti la sua personale lotta "per difendere la sua famiglia".
Ha ragione anche chi lo accosta a Mad Men. Se Mad Men è lo specchio del perchè siamo diventati come siamo oggi, Breaking Bad è la fotografia del dove stiamo andando.
Ed è agghiacciante.

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