No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100406

live in montreal


Live From Montreal International Jazz Festival - Ben Harper & Relentless7 (2010)



Magari sto invecchiando. Magari è un periodo che va così. A questo giro non riesco a parlar male neppure del mio vecchio amore Ben Harper. Certo, già un live dopo solo un disco, ci sarebbe di che riflettere. Ma andiamo oltre: ormai abbiamo capito, Ben ha deciso di riformare i Black Crowes anche se loro non si sono sciolti, ed è per questo, oltre che, evidentemente, perchè ha capito di essere arrivato ad un capolinea della sua carriera, ha deciso di cambiare radicalmente il suo approccio musicale "assumendo" in pianta stabile una nuova band, appunto i Relentless7. Che, se vogliamo, sono addirittura migliori dei suoi (vecchi) Innocent Criminals, quanto meno a livello tecnico, seppur orientati verso un altro tipo di suono, non profondamente (non quanto, per esempio, i Soundgarden da Timbaland, tanto per dirne una, chi vuol capire capisca) ma quanto basta.

Il risultato, come dissi in occasione della recensione del debutto White Lies For Dark Times, non è esaltante dal punto di vista dell'originalità e del carisma, ma nella veste live può dare buoni risultati, come in effetti è con questo disco, che esce pure in versione dvd. Il disco parte alla grande, e specialmente con la prima parte ha un gran bel tiro (Shimmer And Shine e Why Must You Always Dress In Black), mentre si affloscia un po' verso la fine: da sottolineare che la cover di Under Pressure è assolutamente superflua, e la riproposizione di un grande classico di Harper, Another Lonely Day, in quella versione, è come una coltellata ad un animo gentile.

In definitiva, Harper viaggia verso una dimensione leggermente meno mainstream, e forse più divertente prima di tutto per se stesso. Certo, la magia è sparita: rimane la classe e la bravura, non solo la sua. Non ci crederete, ma il bassista dei Relentless7, Jesse Ingalls, probabilmente è ancora più bravo di Juan Nelson. Ascoltare per credere.

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