No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100319

killer filosofi


Revolver - di Guy Ritchie 2005


Giudizio sintetico: da evitare (1,5/5)
Giudizio vernacolare: fa piuttosto caà


Località imprecisata, piena di casinò: sembra Las Vegas. Jake Green esce di prigione dopo 7 anni di isolamento: prima, e adesso forse ancor di più, è un abilissimo rounders, un giocatore d'azzardo. Jake è deciso a regolare i conti col boss Macha, e infatti riesce a vincere un sacco di soldi nel suo casinò. Mentre Macha lo vuole morto, Jake mentre esce dal casinò sviene misteriosamente dopo aver ricevuto un bigliettino da uno sconosciuto. All'ospedale, viene sottoposto ad analisi del sangue. Dopo qualche giorno, Zach e Avi gli rivelano che, venuti in possesso della analisi del sangue, Jake morirà entro tre giorni. Si offrono di proteggerlo, visto che Macha lo sta già braccando, a condizione che si metta a loro completa disposizione e gli dia tutti i suoi soldi. Zach e Avi sono strozzini ma pure abili truffatori, e finiscono per inimicarsi ancora di più Macha.


Il cinema è soggettivo. Questo film fu votato il peggior film inglese del 2005. Sono d'accordo. Un film che dura meno di due ore, ma che sembrano almeno tre, ha qualcosa che non va.

La trama è eccessivamente complicata, forzatamente pompata con elementi di filosofia, psicologia e meccanica quantistica, che, sinceramente, non c'entrano veramente un cazzo; il ritmo è devastante, abuso di tempi lunghissimi, slow motion, voci off non solo del protagonista, filosofeggiamenti continui (sembra di stare con i figli dello "spiegone" di Matrix), bande di gangster stereotipate. Una scena a cartoni animati, e sinceramente non se ne capisce il senso. Gli attori fanno il loro lavoro, Jason Statham, Ray Liotta, Vincent Pastore, André Benjamin, anche se personalmente ho apprezzato molto Mark Strong, già molto bravo in RocknRolla e presente in Syriana, ma il film risulta indigesto e, come mi accade di rado, ho avuto più volte la tentazione di non arrivare alla fine. Il tentativo, soprattutto finale, aiutato dalla musica che da techno si fa pomposa, di scimmiottare grandi classici del gangster-movie, fa tenerezza.

So che c'è chi lo ha apprezzato: il mondo è bello perchè è vario.

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