No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100116

El corazón helado


Cuore di ghiaccio - Almudena Grandes


Álvaro Carrión Otero è un fisico teorico, professore nella Universidad Autónoma de Madrid, collabora inoltre con il Museo de la Ciencia de la Comunidad sempre di Madrid. Sposato felicemente con Inma (Inmaculada), hanno un figlio di 5 anni, Miguel detto Miguelito. Nato nel 1965, simpatie di sinistra, grande intelligenza, uomo tranquillo, a differenza dei fratelli (più grandi) Rafael e Julio, non lavora nella fiorente e ricca impresa di costruzioni del padre, Julio Carrión González, un uomo che, come si dice in gergo, "si è fatto da sé". Don Julio ha sposato Angélica Otero Fernández nel 1956.

Álvaro ha anche due sorelle, Angélica, la più grande, e Clara, la più piccola.

Siamo nel 2005, e don Julio è appena passato a miglior vita. Al funerale, nel piccolo cimitero di Torrelodones, Álvaro nota una bella donna, più o meno sua coetanea, che guarda la cerimonia e tutta la sua famiglia da lontano. Non l'ha mai vista. Almeno, lui così crede. Questa donna si chiama Raquel Fernández Perea, e quel Fernández del cognome è lo stesso del cognome della madre di Álvaro. Ma lui ancora non lo sa, come non sa che ha già incontrato questa donna.

Álvaro e Raquel si incontreranno ancora, e da quel momento, la loro vita cambierà per sempre.


E', come si dice, il "romanzo della maturità", questo imponente Cuore di ghiaccio, per la madrilena Almudena Grandes, una scrittrice mai banale, a mio giudizio. Non che, per dire, Gli anni difficili, l'unico romanzo paragonabile, per estensione, a questa sua ultima (è del 2007, ed è stato tradotto in italiano nel 2008) fatica, fosse acerbo, ma, appunto, l'imponenza del tomo (oltre 1000 pagine, nell'edizione in lingua originale sono un centinaio in meno), e soprattutto, i temi trattati, impongono l'uso di questa sorta di luogo comune.

I due personaggi che si incontrano, all'inizio per un motivo, quasi subito dimenticato, sono l'espediente narrativo per raccontare non tanto la Guerra Civile spagnola, quanto le sue conseguenze; ma la Grandes, che ha lavorato su questo romanzo fin dal 2002, documentandosi, pare, su oltre 2000 libri inerenti quel fatto che tutt'oggi segna la nazione iberica profondamente, non si risparmia e non risparmia al lettore nessun particolare. Ecco che quello che all'apparenza è un romanzo, diventa una sorta di lezione di storia, certamente di parte, essendo la Grandes dichiaratamente schierata a sinistra, che comunque attraversa gli accadimenti che portano alla vittoria falangista (e franchista) del 1939, l'esilio di numerosissime famiglie spagnole in Francia, addirittura le gesta di molti spagnoli che hanno poi combattuto la Seconda Guerra Mondiale fino in Russia, sui due fronti, e poi il ritorno, di alcuni di loro da vincitori, di altri da vinti, e le nefandezze perpetrate anche a partire da quel momento, fino ad arrivare ai giorni nostri.


La Grandes lavora avanti e indietro nel tempo, usando la storia che nasce tra i due protagonisti per andare avanti, e le storie delle loro famiglie, che tra l'altro, come vi ho anticipato prima sono legate in maniera molto stretta, per andare indietro. Si crea così un affresco monumentale, avvincente, oserei dire "formativo" da quanto è completo, scolastico, preciso, al quale si perdonano le ridondanze di alcuni momenti descrittivi.


Il coronamento di una carriera piena di bei libri, che speriamo non sia affatto finita, ma che difficilmente riuscirà a partorire qualcosa di più grandioso.
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