No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090916

Giulia e il mondo fuori


Giulia non esce la sera - di Giuseppe Piccioni 2009


Giudizio sintetico: si può vedere


Guido è uno scrittore, non famosissimo, scrittore un po' per caso. Entra nella cinquina dei finalisti di un premio importante, e i suoi impegni pubblici si moltiplicano. Guido pare essere incompleto. Ha una bella casa e una bella moglie, Benedetta, ma non sta bene con lei, al punto che lei insiste per traslocare in città, fa tutto da sola, e lui rimane nella "vecchia" casa, nella "sua" parte, a scrivere, a passare il tempo. Guido e Benedetta hanno una figlia, un po' sovrappeso, che Guido spesso accompagna in piscina. Un giorno Guido nota una nuova istruttrice, che parla con la figlia. Comincia ad interessarsi a lei, finchè, in seguito anche ad una bugia della figlia, lui prende il posto di lei in piscina, e si sforza di imparare a nuotare, grazie anche agli insegnamenti di Giulia, è così che si chiama. Tra i due nasce una relazione imperfetta, difficile, complicata. Perchè Giulia è lì per un motivo ben preciso, e perchè, per lo stesso motivo, Giulia non esce la sera.


Intendiamoci: a me Piccioni non dispiace, Mastandrea potrebbe anche stare zitto e fermo e sarebbe già presenza gradita, e sono forse tra i pochissimi ai quali la Golino non dispiace come attrice e neppure come voce. Però, con tutta la buona volontà, mi rendo conto che siamo ancora una volta davanti ad un ennesimo film italiano apprezzabile ma incompleto, imperfetto, al quale manca qualcosa. La sceneggiatura, scritta da Piccioni con Federica Pontremoli (Generazione 1000 Euro e Giorni e nuvole....bbbrrrr....meno male che ha co-scritto anche Il Caimano) è forse troppo complicata, leggermente supponente, le location, a parte la piscina, scontatissime e viste miliardi di volte, gli inserti "onirici", se così vogliamo chiamare i personaggi e le situazioni che nascono dai racconti di Guido, fini a se stessi. E' un peccato, alcune cose funzionano, e sono interessanti. La storia d'amore tra la figlia di Guido e Filippo, personaggio azzeccato, anche se non si capisce quanto fine a se stesso (e daje), e il rapporto tra Guido e Giulia, altro personaggio interessante in quanto a complessità (nonostante ciò, Valeria Golino ha anche recitato meglio, a mio giudizio). Un peccato relegare Sonia Bergamasco alla parte di Benedetta, sottosfruttata, e, in più, come notano alcuni recensori più accorti di me (per esempio, questo), sulla rottura tra Guido e Benedetta, così come su altre sottotrame, sembra di essere arrivati in ritardo, che "il problema" sia avvenuto e noi non ci fossimo. E quindi, lo subiamo. Così come siamo costretti a subire la tronfia colonna sonora composta appositamente dalla band italiana più sopravvalutata degli ultimi anni: i Baustelle. Provate a fare caso quale pezzo vi colpisce di più in questo film: o quello di Endrigo, o quello in francese, J’entends siffler le train, di Richard Anthony. Di sicuro non il pezzo sui titoli di coda, Piangi Roma, dove Bianconi duetta nientemeno che con la Golino.

Ma il problema vero, profondo, è che il film non riesce mai ad emozionare. Non c'è un momento in cui lo spettatore riesca ad entrare in empatia con uno dei protagonisti; anzi, forse un momento c'è, ed è, guarda caso, un personaggio minore. Infatti, il momento in cui si viene toccati maggiormente è quando Filippo dà della stronza alla figlia di Guido, visto che l'ha lasciato. Per il resto, calma piatta. Segno che qualcosa non va. Decisamente.

8 commenti:

giulia ha detto...

quoto tutto!:-)

Filo ha detto...

beh, daquello che hai scritto sembra più un "si può perdere" che un "si può vedere".

Roberto ha detto...

Ma Jumbolo supporta anche a malincuore il cinema italiano!!
Non hai detto niente sulla colonna sonora dei Baustelle!!!

jumbolo ha detto...

fa cagare, si giusto l'appunto, mi è sfuggito, vedo di rimediare.
sorry.

jumbolo ha detto...

a posto

Roberto ha detto...

Piangiiii Roma, muori amooore!
A me le melodie piacciono, non capisco il sneso dei testi però!

jumbolo ha detto...

Roberto tranquillo: non c'è nessun senso nei testi dei baustelle

jumbolo ha detto...

sono come i testi dei verdena, solo che loro siccome hanno le barbe incolte e gli occhiali da vista finti sembrano intellettuali