No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090906

candelette


Badmotorfinger - Soundgarden (1991)


Probabilmente non è un disco di quelli che mi hanno cambiato la vita, e non è neppure il disco al quale sono più legato dei Soundgarden (ricordate la teoria dell'imprinting musicale? Ve la spiego nuovamente in un altro post), ma mi riesce davvero difficile indicare qualcosa di più maestoso nell'epopea del rock primi anni '90.


Un disco che contiene molte chiavi di lettura, stratificato. Mi ricordo una discussione infinita con un altro appassionato, nonchè musicista, sul fatto che a lui non piaceva perchè, sostenevo io, convinto ancora oggi di avere ragione, non l'aveva ascoltato in maniera attenta ai vari "livelli" (stavamo tornando in auto, la mia, dal concerto dei Pearl Jam del City Square a Milano, 1992, e io ad un certo punto volevo lasciarlo sulla Cisa, tanto mi aveva fatto incazzare dicendomi che Badmotorfinger non era un bel disco). Voglio dire, ci sono dei passaggi vocali in questo disco, nei quali Cornell, il fratello rocchettaro, ricorda Ronnie James Dio. Ma non è che devi aspettarti un pezzo adatto a Ronnie James: al contrario. Non so se ho reso l'idea.


La band di Seattle, o meglio, una delle, in questo terzo disco "allunga il passo" rispetto all'alternative rock di partenza e, soprattutto, dal noise rock vagamente ispirato ai Sonic Youth, ma ben più complesso, per riversare tutte le esperienze precedenti in una struttura di hard rock, o addirittura heavy metal, elaborandola in chiave quasi jazzistica (più concettualmente che praticamente), grazie alla perizia tecnica dei suoi componenti. Nonostante ciò che i detrattori possono dire, difficile immaginare canzoni con tempi dispari e complesse come quelle dei Soundgarden, suonate da un batterista che non sia Matt Cameron.


Detto questo, esaminando il disco pezzo per pezzo, si nota questo: il trittico iniziale composto da Rusty Cage, Outshined e Slaves & Bulldozers, è divenuto leggendario tra gli appassionati. Tre pezzi monumentali, a partire dal più dinamico (Rusty), arrivando al più mastodontico (Slaves), passando dal più "commerciale" (Outshined: un pezzo commerciale in 7/4), delineano dopo un quarto d'ora circa, la grandiosità di questo full lenght. A questo punto, una band "normale" si concederebbe, e anche il pubblico gli concederebbe, anche un mezzo passo falso. E invece i Soundgarden inseriscono un pezzo come Jesus Christ Pose, che hanno addirittura il coraggio di far uscire come singolo (ne esiste anche un video, che all'epoca fu censurato da MTV). Un pezzo di una pesantezza estrema, e di una complessità quasi inverosimile (per dire, la cover fatta da una band tecnica come i Dillinger Escape Plan, sul loro EP Plagiarism, è identica), indigeribile per una grande fetta degli appassionati di musica, indimenticabile per chi, dopo questo pezzo, li eleva a livello di cult band, a meno che non l'avesse fatto prima.


Quattro pezzi, e il disco potrebbe chiudersi qui. Arriva Face Pollution, e si passa ad una specie di pezzo punk suonato da dei jazzisti. Con i fiati. Una roba inverosimile.
Somewhere parte come una ballad, e si sviluppa asimmetricamente, vagamente indiana, vagamente araba, ma bella comunque, e non poco. Searching With My Good Eyes Closed comincia come uno scherzo, e prosegue con un incedere basso/chitarra che mette paura.

Room A Thousand Years Wide, a parte che meriterebbe un premio per il miglior titolo di sempre, ha un attacco folgorante e una parte vocale che lascia a bocca aperta. Mind Riot, pezzo suggestivo quasi inaspettato per un album così prepotente, ha una gamma di suoni di chitarra che fa perdere la testa. Alcuni di questi suoni influenzeranno molte band negli anni a venire. Pezzo superbo, che parte quasi in punta di piedi. Drawing Flies è un'altra specie di pezzo punk con fiati, dove la chitarra gioca a suonare un altro pezzo. Holy Water è decisamente un bluesaccio, dove Cornell si diverte a polverizzare record di acuti. Ritornello classicamente Soundgarden, anzi, Chris si porterà dietro questo modo di scrivere canzoni anche nella sua carriera solista, fino agli Audioslave, ma senza questa fascinazione blues.

Chiude New Damage, che qualche anno dopo ascolteremo su una compilation suonata con Brian May (una versione molto bella, su Alternative NRG, per Greenpeace), un pezzo quasi stoner, un po' Black Sabbath, molto Soundgarden, dove come al solito Cornell svolazza altissimo e Tahyil spadroneggia.
I Soundgarden, grazie anche all'innesto di Ben Sheperd, al massimo della forma e appunto, essendo una band dove tutti e quattro i componenti scrivono i pezzi, giocano a mescolare, come detto, noise, alternative, metal e indie, spiazzando continuamente l'ascoltatore e tirando fuori dal cilindro un disco ancor più massiccio del precedente. In pratica, un monolite.

La gamma di suoni che produce Kim Tahyil è impressionante. La potenza e la maestria della sezione ritmica è insuperabile. La voce di Cornell (il fratello rocchettaro, ricordiamolo), è....la voce di Cornell, poco da dire.


Interessantissima la versione denominata Badmotorfinger/SOMMS (Satan Oscillate My Metallic Sonatas: fateci caso, se attaccate le 5 parole ne esce una frase palindroma), con un cd aggiuntivo, l'EP appunto intitolato SOMMS, che contiene una fantastica (musicalmente praticamente identica all'originale) cover di Into The Void dei Sabbath, con il testo cambiato (una lettera attribuita al capo indiano Sealth, risalente al 1852, di una tribù della zona di Seattle, che spiega come bisogna prendersi cura dell'ambiente), se non ricordo male l'unico vero inedito (i tre pezzi che seguono erano già stati pubblicati come B sides di singoli), oltre a Girl U Want dei Devo, Stray Cat Blues degli Stones (una parola sola: bellissima), She's A Politician (degli stessi Soundgarden), e una versione dal vivo di Slaves & Bulldozers.

Succulento e imperdibile.

7 commenti:

sam ha detto...

amen.
anche se SOMMS non l'ho mai ascoltato! *azzo.
si trova?

jumbolo ha detto...

non lo so, a dirti la verità. lo trovai per caso non ricordo dove e lo presi qualche mese dopo aver comprato il cd "normale". comunque penso di si, ne ho vista anche una copia in vendita in rete. ho intuito che è considerato una roba abbastanza rara eh. ma più per il cd in se stesso che per i pezzi che contiene.

sam ha detto...

infatti. mai visti nemmeno gli mp3 in giro...

jumbolo ha detto...

strano, perchè come dico, gran parte dei pezzi, se si esclude into the void e la versione live di slave & bulldozers, erano lati b già pubblicati, anzi, qualcosa è stato poi inserito in compilation o cose cosi

monty ha detto...

Bella recensione Ale.
Maestosa oserei dire.

jumbolo ha detto...

ma troppo buono!!

Filo ha detto...

belle le rece dei dischi vecchi.
Mi fai venire voglia di risentirli.
Oggi "kickstart yhe day" è per forza Badmotherfurcker (non mi ricordo chi lo chiamava così, questo disco; scherzando, of course).