No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090815

lavori in casa


Travaux – Lavori in casa – di Brigitte Rouan 2006


Giudizio sintetico: si può vedere


Chantal è un’avvocatessa, di idee progressiste, sempre dalla parte dei deboli, dei diseredati, degli indifesi, quindi degli immigrati, bella ed energica ma disordinata, separata felicemente e con due figli adolescenti a carico. In tribunale ammalia i giudici, agli altri pare danzare; nella vita va sempre di corsa, ma gli altri, a partire dai figli, le vogliono bene. La concomitanza di alcuni episodi molto distanti innesca una reazione a catena nella vita di Chantal: il figlio maggiore che chiede una stanza più grande, due inquilini che lasciano un appartamentino al piano superiore, di proprietà di Chantal, e un cliente, un architetto colombiano, che ottiene, grazie a lei, la cittadinanza francese, e si offre, in via di favore, di ristrutturarle la casa a buon prezzo; da non trascurare, anche il fatto che ceda, per una sera, alle avances di un cliente riconoscente ma brutto e gretto per una come lei, quasi in risposta alla madre che la mattina prima le aveva chiesto se scopasse abbastanza. Più per solidarietà e ingenuità che per convenienza, Chantal lascia che l’architetto assuma degli operai immigrati, quasi tutti “sans papier”, e, un po’ per inesperienza, un po’ per caso, lascia che l’architetto da un dito si prenda il braccio e le metta a soqquadro l’appartamento per un periodo che pare interminabile, insieme alla “ditta” che realizza i lavori, buffa, chiassosa e incapace. Si arriverà ad un punto di rottura?


Una commedia buffa e divertente, raffinata, con una doppia lettura neppure troppo celata (la nostra capacità di relazionarci con gli immigrati, compassionevoli si, ma fino ad un certo punto, l’incomunicabilità di fondo, che ci permette di aiutarli a patto che non ci vengano a raccontare il vero motivo sul perché sono venuti qua, e che se ne rimangano confinati in ghetti o roba del genere), con dialoghi brillanti e alcune trovate che però, se da una parte la differenziano e la innalzano fortemente dalla media di prodotti di questo genere, a lungo andare stancano un po’, e fanno si che, nonostante la brevità del film, a tratti risulti noioso, visto che il gioco è bello quando dura poco. In effetti, se i primi “numeri” di ballo di Chantal divertono e incuriosiscono, toccando l’apice in quello nel quale dialoga al telefono col ministro, quando arrivano a tirare troppo la corda (il rap in questura) fanno desiderare la fine.

Un cast eccezionale, assortito splendidamente ed impreziosito da due caratteristi fantastici (Jean-Pierre Castaldi che interpreta Frankie, lo spasimante, e Aldo Maccione nei panni del piastrellista italiano, meravigliosi entrambi), e una eccezionale Carol Bouquet, 48 anni da sbavarci sopra, sia dal punto professionale che estetico. Nonostante il giudizio non possa essere completamente positivo, come ho già avuto occasione di dire, ce ne fossero commedie di questa intelligenza e delicatezza in Italia.

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