No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090825

alzati e cammina


Delwende - di S. Pierre Yameogo 2005


Giudizio sintetico: si può vedere


Burkina Faso, villaggio di Saaba, non lontano dalla capitale Ouagadougou. Ci sono molte morti nel villaggio, troppe, soprattutto di giovani. La gente pensa alle streghe. Nel frattempo, Pougbila, promessa in sposa a un giovane di un altro villaggio, rivela in lacrime alla madre di essere stata stuprata, ma non vuole dirle chi è stato. Napoko cerca di parlare al marito, Diahrra, ma lui è troppo occupato con gli anziani per cercare un rimedio al malocchio che pare essere stato inviato sul villaggio; tra l'altro, preoccupato per le morti, decide di "anticipare" il matrimonio e invia la figlia alla famiglia dello sposo. Le morti non si fermano, per cui non rimane altro che "domandare" allo Siongho, una specie di siluro di giunchi che, guidato da uno stregone, viene considerato infallibile. Lo Siongho indicherà Napoko, che, invece di essere linciata, sarà soltanto allontanata dal villaggio. Nel frattempo, dalla radio di Elie, considerato il matto del villaggio, dalla radio che trasmette in francese, lingua che nessuno parla lì, arrivano notizie sull'epidemia di meningite, che sta mietendo vittime soprattutto tra i ragazzi...


Quinto lungometraggio per questo regista del Burkina, che nel 2005 è stato presentato nella sezione Un certain regard ed ha ottenuto due premi. Una storia semplice di ribellione a leggi ancestrali, una metafora neanche troppo nascosta del conflitto fra tradizione e modernità, che attraversa non solo il Burkina Faso. Apprezziamolo per questo, e perdoniamogli alcune ingenuità: se la fotografia è decente, il girato è in digitale, gli attori sono piuttosto scarsi e, a volte, ci si avvicina al ridicolo (la scena del tentato stupro: quando si è visto uno stupratore che appoggia l'arma per togliersi la maglietta?).
In Italia è stato distribuito solo in alcune città.

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