No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090715

il fascino discreto della malavita


Il passato è una terra straniera - di Daniele Vicari 2008


Giudizio sintetico: si può vedere


Giorgio è uno studente di buona famiglia, della "Bari bene", genitori progressisti con passato più a sinistra, bella casa in centro, sorella maggiore in disintossicazione; a lui manca un esame e poi la Laurea in giurisprudenza, aspirazione fare il magistrato. La fidanzata Giulia ha buone frequentazioni, e durante una festa in una villa, di proprietà di un'amica, Giorgio, attratto dal gioco delle carte in genere, conosce Francesco, lo difende da un'aggressione da parte di tre ceffi poco raccomandabili (ma che dopo un paio di cazzotti se ne vanno in buon ordine). Ne nasce un'amicizia nella quale la fascinazione di Giorgio per il "proibito", l'illegalità, paradossalmente, gioca una parte importantissima. Francesco è un baro di professione, frequentatore di tutte le bische autorizzate, non autorizzate, semi-illegali, della zona di Bari, oltre che aspirante trafficante di droga e con una pericolosa tendenza al sesso violento. Giorgio diventa il suo partner ideale. Inizia così un viaggio dentro un mondo a Giorgio sconosciuto, ma dentro il quale si cala non senza paura.


Vicari ha una sua cifra stilistica piuttosto riconoscibile, ed è, forse, uno dei registi italiani meno italiano. Mi ricordo con piacere i suoi precedenti L'orizzonte degli eventi e Velocità massima, quest'ultimo uno dei film d'azione meno italiani che abbia mai visto, insieme a RDF Rumori di fondo, di Claudio Camarca (a dire la verità in Italia non si fanno film d'azione).

Questo suo ultimo lavoro è tratto, piuttosto liberamente, dal libro omonimo scritto dal magistrato Gianrico Carofiglio, al quale toglie la parte "poliziottesca" dell'indagine, mentre invece aggiunge quella del confronto personale tra i due protagonisti, ma soprattutto tra le classi sociali, anche se alla fine il risultato è un po' confuso. Il film è molto scuro, sia nel senso della fotografia, sia in quello dark, ed è ben girato (meglio le sequenze concitate di quelle con poca azione, a riprova delle predilezioni di Vicari), anche se Vicari pecca (a mio giudizio, ma evidentemente è una scelta voluta) rendendo piuttosto anonime le città sullo sfondo (Bari soprattutto, ma anche Barcellona per una breve parte). Per quanto riguarda le recitazioni, meglio Riondino di Germano, così come leggermente meglio la Lodovini della Caselli; Baliani e Poggi (i genitori di Giorgio) evidentemente di impostazione teatrale, ma forse anche questa è una cosa voluta. Particina di Lorenza Indovina (la sorella ex tossica) e di Romina Carrisi Jr. (la fidanzata Giulia): la differenza si nota.

Buone le intenzioni, risultato così così, ma Vicari ha il suo perchè.

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