No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090503

nono comandamento


Non desiderare la donna d’altri – di Susanne Bier 2005


Giudizio sintetico: da vedere


Danimarca, Michael e’ nell’esercito e deve partire per l’Afghanistan. Ha una splendida moglie, Sarah, e due figlie adorabili, sta ultimando una bella casa. Le tensioni in famiglia vengono dagli altri: il giorno precedente alla sua partenza, il fratello minore Jannik esce di prigione (ha sparato ad una donna durante una rapina), i genitori stanno invecchiando e, soprattutto il padre, non riesce a mascherare il dispiacere per l’incapacita’ di Jannick a integrarsi e ‘’normalizzarsi’’, Jannick soffre la disparita’ di considerazione e si ribella continuamente adottando comportamenti fuori dagli schemi.

L’elicottero sul quale sta volando Michael, alcuni giorni dopo il suo arrivo in Afghanistan, viene abbattuto. Viene dato per morto, insieme agli altri che erano con lui. Jannick si avvicina molto a quel che rimane della famigliola, e a poco a poco riporta l’equilibrio, migliorando lui stesso come persona; si fa ben volere dalle bambine, finisce di sistemare la cucina in casa, instaura un rapporto complice con Sarah, rapporto casto escluso un bacio in un momento di difficolta’, sbandata subito rintuzzata da entrambi in maniera adulta.

Nel frattempo Michael non e’ morto, ma sta vivendo un inferno, viene tenuto prigioniero e, per sopravvivere, supera una prova che lo segnera’ a vita.

Viene liberato, e torna; oltre ai problemi psicologici che si porta dietro, inizia a sospettare una tresca tra Jannick e Sarah. L’equilibrio si spezza, forse per sempre.


Girato in una sorta di semi-Dogma (le luci), il film e’ molto intenso, drammatico ma realistico, e mette sul piatto temi e sentimenti fortissimi, affrontandoli nella maniera giusta. Del resto, la filmografia parla chiaro, basta leggere le trame dei suoi precedenti film (Open Hearts come regia, The One & Only come sceneggiatura): la famiglia o comunque le storie complesse all’interno di nuclei di persone legate da affetti, sono la sua ‘’specializzazione’’. Il ‘’tocco’’ e’ al tempo stesso delicato ma fermo, e la regista si destreggia egregiamente sia nell’ambiente familiare, sia, nell’ottimo montaggio parallelo, nell’ambiente di guerra.

L’angoscia che aleggia nel film e’ palpabile; la scena della tavolata per il compleanno della figlia piccola, con la bugia della figlia grande che fa calare il gelo sulla comitiva, ricorda ‘’Festen’’ al contrario. A proposito di altri film, e di altri stili, e’ divertente pensare che una trama cosi’, nelle mani di un qualsiasi regista americano, sarebbe diventata una farsa, o comunque un qualcosa di ridondante, sopra le righe. Invece, ecco lo stile nord europeo, che riesce a parlarci di sentimenti piu’ apertamente, che so, del cinema francese, e forse in maniera un po’ piu’ chiara.

Cast decisamente all’altezza, un belloccio grezzo (Nikolaj Lie Kaas, gia’ visto in ‘’Idioti’’ di Von Trier) nel ruolo di Jannik, un volto noto, Ulrich Thomsen (il gia’ citato ‘’Festen’’, ma anche ‘’Il mistero dell’acqua’’, ‘’Ricette d’amore’’, ‘’L’eredita’’’ e, prossimamente, ‘’Le Crociate’’ di Ridley Scott), una faccia un po’ poco adatta ad un soldato ma assolutamente convincente nei panni di una persona tormentata, e, nei panni di Sarah, la bellissima Connie Nielsen, danese ma curiosamente al primo film in patria. L’abbiamo vista, tra l’altro, ne ‘’L’avvocato del diavolo’’, ne ‘’Il gladiatore’’, e addirittura in ‘’Vacanze di Natale ‘91’’!


Insomma, e’ un bel film, non annoia, ha una trama complessa ma non complicata, parla di persone e di sentimenti.

Andatelo a vedere.

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