No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090318

mar adentro


Mare dentro - di Alejandro Amenabar 2004


Giudizio sintetico: da vedere


La storia vera di Ramon Sampedro, galiziano, ex marinaio, che all'età di 24 anni, per un tuffo rischioso, si spezza il collo e diventa tetraplegico; decide di morire, e combatte una battaglia legale lunga quasi 30 anni per essere autorizzato all'eutanasia.


Difficile raccontare le sensazioni di questo ennesimo, toccante film di Amenabar, una conferma veramente solida della sua capacità di regista. All'inizio, si ha spesso la paura che diventi un melodramma senza soluzione di continuità; ma già si soffre per mano del regista, che violenta gli attori (tutti, veramente tutti, bravissimi) con primi piani ossessivi. Poi, si capisce che le chiavi di lettura di questa storia che non è per forza drammatica, sono molteplici.

Paradossalmente, una storia di speranza; la speranza di poter decidere, un giorno, del nostro destino. Chissà se alla fine, Ramon, trovata finalmente una persona decisa ad aiutarlo nel compiere il decisivo passo verso la morte, era ancora così convinto di lasciare questa vita, dove, oltre la famiglia che lo amava in maniera incondizionata, era riuscito, pur nelle sue condizioni, a far innamorare almeno due donne, oppure se ha portato a termine il suo progetto per caparbietà, per andare contro alle leggi e, soprattutto, alle convenzioni religiose che influenzano anche gli stati più laici, o addirittura per rivalsa nei confronti della donna che aveva veramente amato, e che, di fronte all'ultimo atto, si era tirata indietro. Non lo sapremo mai.

Il regista, inoltre, non prende posizione; anzi, ci illustra molto bene, come addirittura nella stessa casa di Ramon, le posizioni fossero molteplici; ma la tolleranza faceva si che, nonostante gli scontri anche aspri, tutte le opinioni fossero rispettate.

Una serie deliziosa di personaggi carichi di debolezze e, al tempo stesso, di forza inaudita; sarebbe fare un torto agli altri se ne descrivessimo alcuni.

Il regista si prende alcune licenze, oniriche e di ripresa (i "voli" di Ramon), che alla fine risultano del tutto funzionali al film.

Un film da vedere per soffrire insieme ai protagonisti, ma anche per godere delle nostre condizioni tutto sommato fortunate, per ripensare alla religione, alle leggi, ma soprattutto, per riflettere sul senso stesso della vita.

Un finale straziante, non tanto per gli ultimi momenti di Ramon, quanto per l'incapacità di ricordare di Julia, un'incapacità che frustra lo spettatore oltre l'immaginabile. Se questa è vita....

Bardem insuperabile.

Buona visione.

2 commenti:

Filo ha detto...

luilì io lo amo.
ma ne abbiamo già parlato.

jumbolo ha detto...

si?