No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090318

but for today


Antony and the Johnsons, 5/04/2005, Sarzana (SP), Jux Tap

Esco dall’autostrada a Sarzana e cerco il Jux Tap; sbaglio e trovo una strada dove ‘’lavorano’’ le transessuali: e’ tutto collegato. Se non sapete chi sono Antony and the Johnsons, e soprattutto Antony, capirete dopo.
Locale dispersivo il Jux Tap, anche troppo grande. E poi quei tavoli prenotati, le persone che mangiano, le scaramucce per le sedie, il bancone e i baristi che shakerano. Non ci siamo proprio. Soprattutto, nonostante i 15 euro d’ingresso, ancora c’e’ qualcuno che va ai concerti senza che del concerto gli interessi. Proprio non capiro’ mai. Certo, c’e’ ancora da considerare il fattore trendy; Antony adesso e’ di nicchia ma fa tendenza. Quindi evidentemente, ci si va anche se poi non ce ne frega un cazzo. Almeno, a vedere i Converge, se c’e’ qualcuno che chiacchera dei fatti suoi non lo senti. A vedere Antony lo senti eccome.
Verso le 22,50 salgono sul palco i musicisti che accompagnano Antony; Rob Moose alla chitarra e ai cori, Julia Kent al violoncello, Max Moston al violino e Jeff Langston al basso. Un tappeto sonoro lieve che dura quasi cinque minuti introduce Antony.
Adesso parliamo un po’ di lui. Antony e’ un cantante, ed e’ gay; o forse una donna intrappolata in un corpo maschile. Scoperto da David Tibet dei Current 93, che lo fa debuttare per la sua Durtro, ha all’attivo due cd e una manciata di EP e singoli, piu’ una partecipazione ad un film (Wild Side, di Sebastien Lifshitz; la storia di una transessuale e i suoi due uomini), dove nella stupenda scena iniziale, canta il suo pezzo I Fell in Love With a Dead Boy attorniato da una platea di transessuali (capito adesso?), in maniera a dir poco struggente.
‘’Protetto’’ di Lou Reed, che lo ha portato in tour con lui e ha collaborato suonando la chitarra sulla versione di Fistful of Love uscita sull’EP ‘’The Lake’’, amico di Devendra Banhart (collaborazione su Spiraling) e di Rufus Wainwright (collaborazione su What Can I Do?), duetta con Boy George su You Are My Sister (il tutto sul suo secondo ‘’I Am a Bird Now’’). Proviene dal teatro e recita Edgar Allan Poe in musica su The Lake.
Dal vivo, colpisce per tenerezza e goffaggine. Si presenta in nero, con quei capelli che non si capisce se sono suoi o una brutta parrucca, si siede al piano e attacca con My Lady Story: la magia ha inizio. Viene da pensare che quello che la natura gli ha tolto esteticamente (Antony, a dispetto da come lo vedete sulle foto promozionali, o come pareva nel film succitato, e’ sovrappeso, insomma, non proprio quel che si dice un bel ragazzo), glielo ha donato vocalmente. La voce di Antony e’ davvero stupenda, e incanta.
Cripple and the Starfish, e poi un po’ piu’ avanti la stupenda e toccante For Today I Am a Boy: ‘’one day I’ll grow up and I’ll be a beautiful woman, one day I’ll grow up and I’ll be a beautiful girl, but for today I’m a child, for today I’m a boy’’. C’e’ bisogno di tradurre? C’e’ bisogno di spiegare?
C’e’ chi scomoda paragoni molto jazzy, io preferisco rimanere su quello che conosco: avete presente Jeff Buckley? Ecco, fate conto la voce di Buckley con un estensione che parte da piu’ in basso, ancora piu’ gorgheggiata. Musica ovviamente molto meno rock (la formazione live l’avete letta, la chitarra rimarra’ sempre acustica), ancora piu’ intima, sofferente, pop-jazz di classe, ma classe vera, cristallina.
Man Is the Baby, The Lake, qualche cover, tra le quali Be My Husband di Nina Simone (‘’be my husband and I’ll be your wife…’’), la stupenda I Fell in Love With a Dead Boy di cui sopra, You Are My Sister (vedi), River of Sorrow, Soft Black Star dedicata a un amico, Bird Gehrl (‘’I am a bird girl now…..and the bird girls go to heaven…bird girls can fly’’).
Antony sembra davvero emozionato, non si aspettava tanta gente, e cosi’ partecipe. Si lancia in un esperimento, cosi’ dice lui. Un pezzo nuovo, To Dust and Water, solo voce e clap hands da parte del pubblico. Ringrazia, esperimento riuscito. Saluta.
Il pubblico del Jux Tap lo richiama a gran voce (e clap hands), lui torna e ci dà dei pazzi. Poi chiede se ci sono zanzare in giro. Qualcuno non capisce. Dice che tutti quei battimani forse erano per scacciare i ‘’mosquitos’’. Quelli che non avevano capito ridono. Regala un ultimo pezzo, saluta definitivamente.
Penso ai Converge, e a questo concerto qui, alla musica di Antony and the Johnsons. Niente di piu’ lontano. Niente di piu’ vicino. Tutto e niente. E’ solo musica. Bella musica. La colonna sonora delle nostre vite.
Vola Antony. Vola nel paradiso delle ragazze uccello. Zapatero ti capisce, Ratzinger no. Il mondo e’ bello perche’ e’ vario, e non ci sono piu’ le mezze stagioni, ma i sessi di mezzo si. E probabilmente sanno cos’e’ l’amore meglio di quelli stereotipati.
Chiamale, se vuoi, emozioni.
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PS grazie a Sara per la puntualizzazione che mi è servita a fare una correzione rispetto alla rece originale

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