No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090130

latte


Milk - di Gus Van Sant 2009


Giudizio sintetico: da vedere


Harvey Bernard Milk nacque nel 1930 nel Long Island (New York) e morì nel 1978 a San Francisco, dove era supervisor (l'equivalente di un nostro consigliere comunale) da circa un anno, dopo altre 3 elezioni, per la stessa carica, fallite. Si era trasferito a San Francisco nel 1972, insieme al suo compagno di allora, Scott Smith. La particolarità di Milk fu quella di essere il primo politico, dichiaratamente gay, ad essere eletto ad una carica pubblica negli USA. Il film di Van Sant ne ripercorre piuttosto fedelmente la vita negli ultimi 6 anni, da poco prima del suo trasferimento a Frisco, fino alla morte.


La mia impressione del film è stata positiva, anche se devo dire che me lo aspettavo più intenso. Le intepretazioni sono tutte buone, anche dei non protagonisti: un Penn sempre più erede di De Niro (l'ho già usato spesso questo paragone, e rimango fermamente convinto che regga), Diego Luna (Jack, il messicano coi capelli cotonati) sopra le righe e superchecca isterica, James Franco (Scott Smith) quasi bel tenebroso dopo un inizio fresco e spensierato, Josh Brolin sempre più bravo e, tra l'altro, tremendamente somigliante al Dan White vero, ma soprattutto uno strepitoso Emile Hirsch nei panni di Cleve Jones, l'attivista più entusiasta, il braccio destro di Milk quando c'è da muovere un grande numero di persone; stenterete a riconoscere il protagonista di Into The Wild se non lo sapete prima. L'atmosfera anni '70 è ben fotografata, la tecnica è impeccabile, il montaggio ottimo, soprattutto perchè le immagini si scambiano spesso tra il girato e le immagini di repertorio, la scena in split-screen è un vezzo ma non stona affatto.
Al capolavoro manca decisamente qualcosa, però. Forse perchè la storia personale, soprattutto quella antecedente al rapporto con Smith, prima del trasferimento in California, è solo accennata, ma c'è chi sostiene che la cosa è voluta, magari per non scadere eccessivamente nel melò (i quattro o cinque compagni suicidati effettivamente avrebbero appesantito il tutto), però forse alla fine il regista è rimasto un po' troppo a briglie corte. Mi ha commosso poco, solo in un momento. Mi aspettavo di essere toccato maggiormente, anche se ci sono dei bei momenti, quasi coinvolgenti, soprattutto quelli delle marce o, comunque, i momenti dove la coesione della comunità gay si sente in tutta la sua forza e si organizza contro il pregiudizio bigotto e moralista. E' forse lo stile Van Sant, padrone del mezzo come sempre, assolutamente, spesso distante, come a non giudicare, ma freddo, a mio giudizio eccessivamente.

Ad ogni modo, un film importante su una figura poco conosciuta in Europa, su temi che, purtroppo, sono ancora di attualità.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

è incredibile.
ho letto questa "recensione" perchè ne ho appena scrito altrove ed ero curioso.
mi diverte quanto siamo diametralmente opposti.

(le scene in cui riprende a specchio sono molto importanti, secondo me e la fine è da tirargli una cannonata da tanto è finta, strappalacrime e inutile. per il resto è un film impeccabile dalla sceneggiatura senza tregua, ai caratteristi, a Penn da urlo.
mi piace il fatto che descriva poco i gay comuni; quelli che si vedono ogni tanto sono quelli classici di sempre, insopportabili nela loro froceria superficiale e ostentata. bravo, no buonismo!)
Mau

jumbolo ha detto...

Mau, capisco sempre poco di quello che dici. Alcune domande, per capire qualcosa. Cosa intendi per le scene in cui riprende a specchio? Poi non capisco il discorso finale. Quelli che si vedono ogni tanto dove? nel film? E quali sono insopportabili nella loro ecc ecc, quelli che si vedono o quelli che non si vedono? No buonismo a chi? A Van Sant? E perchè?

Thanks

Anonimo ha detto...

ma come quali?
quando riprende lo specchio che riflette la scena. (vabbè, ma è importerà solo me)

mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro... mi sforzo sempre perchè solo con voi ho questi problemi..

sui gay, a me danno molto fastidio quelli ignorantissimi, superficiali. le checche, insomma.
non tanto perchè sono delle capre inutili e mi consumano l'aria, lo sono come gli etero dello stesso stampo.

solo che loro fanno quelle battutine del cazzo, si sentono superiori. guardano sempre tutti col loro modo stylish.
li odio molto.

ciao
Mau