No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20081110

21 grams


21 grammi - di Alejandro González Iñárritu 2004


Giudizio sintetico: da non perdere!


Un film sulla morte o sulla vita? Su quanto siano vicine o su quanto siano indissolubilmente legate? Chissà. Senza dubbio però, un film bello, intenso, forte, vicino alla vita vera e ai dolori, profondi, che ogni tanto ci bussano alla porta e ci trovano completamente impreparati.


Tre vite, quanto di più distante ci possa essere, si incrociano a causa di un incidente (auto-citazione del genietto messicano, vedere il precedente Amores Perros). E scatenano una reazione distruttiva che porta però al perdono e alla redenzione.

Una metafora religiosa, dopo che per tutto il film la religione (Cattolica, in questo caso) viene mostrata per quanto delirante possa essere.


Il film ci porta inoltre a riflettere su quanto questa nostra società agiata ci abbia allontanato dalla condizione ottimale per saper affrontare la perdita. Un discorso a parte merita l'originalità e la sfrontatezza di questo regista (a questo proposito, vi consiglio se non l'avete fatto, di vedere anche 11 settembre e, in particolare, l'episodio diretto da Iñárritu); le storie, a parte il viraggio della fotografia di colore diverso per i tre protagonisti, che si nota appena, ci vengono narrate con continui avanti e indietro nel tempo, e per un bel po' ci spiazzano; anche per questo (ma per una storia di tale intensità non ce ne sarebbe stato bisogno) si rimane inchiodati alla poltroncina per due ore, affascinati dalla coesione regista-storia-attori.


Intensità massima, Sean Penn asciutto come mai prima, Naomi Watts la più sopra le righe per via della parte, ma assolutamente convincente, Benicio Del Toro penetrante, disperato, dannatamente profondo. Dopo aver ricordato Charlotte Gainsbourg nella parte di Mary, la compagna in crisi di Penn, ruolo minore riservato a questa attrice non bellissima ma sempre fortemente affascinante, vorrei soffermarmi su tre scene devastanti per emotività e recitazione.

Sean Penn muto seduto sul bordo di una piscina vuota e semi-abbandonata (la vediamo quasi all'inizio ma la capiamo quasi alla fine), Naomi Watts che ripercorre la strada dell'ultima passeggiata del marito con le figlie fino all'incrocio dove rimangono vittime dell'incidente, dopodiché si siede sul marciapiede e tocca le foglie secche che potrebbero aver fatto da "testimoni", Benicio Del Toro che si fissa nello specchio del motel poco prima di raschiarsi un tatuaggio di una croce sull'interno dell'avanbraccio mediante un coltello scaldato con l'accendino.


Poco da fare, i film "circolari" (se possibile con coincidenze alla Kieslowski) risultano sempre di una spanna più emozionanti.

Siamo solo a Gennaio, ma abbiamo già un serio candidato al miglior film dall'anno.


recensione scritta nel gennaio 2004

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